Fido e l'ansia
da separazione

Qualche giorno fa ho incontrato per caso un amico, proprietario di Tobia, un setter inglese adottato in canile. Alterato e preoccupato al tempo stesso, mi ha raccontato che da alcune settimane, durante le sue assenze, Tobia ha cominciato a fare pipì sul pavimento, a masticare cuscini e lenzuola e, a detta dei vicini, ad ululare al pari di un lupo di montagna. E ha concluso aggiungendo che tale comportamento era sicuramente da attribuire ad una specie di «vendetta canina», funzionale a manifestare il proprio disappunto per essere stato lasciato da solo. In realtà la situazione fotografata rivela un problema comune a molti cani: l'ansia da separazione, spesso fraintesa con il concetto di «dispetto o vendetta».

Questo comportamento indica un malessere interiore e si manifesta con una reazione di sofferenza e di ansia incontrollabile che alcuni pelosi provano quando si trovano separati dalla persona a cui sono legati. Si palesa principalmente quando il proprietario è fuori, ma può anche scatenarsi quando è in casa, se Fido, chiuso in un'altra stanza, non riesce a stabilire un contatto fisico e visivo con la persona di riferimento. Purtroppo non sempre i proprietari riconoscono il problema e, al ritorno a casa, si arrabbiano e sgridano il cane, irritati. Ma ciò non fa altro che spaventare e disorientare Fido, che, non comprendendo il motivo della punizione, diviene sempre più angosciato.

Non è mai facile comprendere la reali cause che portano un cane a manifestare questo problema e spesso bisogna procedere per gradi, avendo sempre presente che la sua risoluzione non è immediata e che chi è a disagio è Fido e non il proprietario, se pur si ritrova la coperta nuova mangiucchiata. Secondo la teoria più accreditata l'ansia da separazione colpirebbe specialmente quei cani che non hanno avuto la possibilità di vivere un'equilibrata affettività da cuccioli e naturalmente quelli che hanno sperimentato l'abbandono. Ma è anche doveroso aggiungere che una grossa fetta di responsabilità possono averla i proprietari, anche se in maniera inconsapevole: spesso le persone che hanno la tendenza ad antropomorfizzare Fido, incoraggiano inconsciamente questi comportamenti, instaurando una relazione eccessivamente cospicua di attenzioni, che invece di far star bene, crea disequilibrio, tanto che il cane è sereno solo in presenza del padrone.

Se anche il vostro amico con la coda si comporta in questo modo, la strada più giusta è aiutarlo a stare meglio con pazienza e perseveranza; tra le varie strategie ci sono una serie di esercizi che possono essere molto utili, se fatti bene e con la consapevolezza che ogni azione debba avvenire per gradi. Per evitare errori e scongiurare il rischio di perdere la pazienza, il mio suggerimento è di rivolgervi ad un bravo educatore cinofilo, che saprà consigliarvi e vi aiuterà a relazionarvi meglio con Fido, correggendo i suoi ( e i vostri) errori. Salutatemi i vostri cani.

Marco Bergamaschi

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