BRUXELLES - Grazie alle campagne vaccinali che accelerano in tutta l'Unione, in pochi mesi la morsa del Covid sull'economia europea si è allentata ed è tornato l'ottimismo sulla ripresa. E non è più solo una luce alla fine del tunnel, come prevedeva la Commissione europea a febbraio scorso: ora le stime di crescita sono al rialzo per tutti, con decisione, già da quest'anno, perché i rischi si sono affievoliti e perché il Recovery fund e la sua spinta propulsiva (+1,2% da subito) sono finalmente in arrivo.
"Per la prima volta dopo un anno l'ottimismo sulla crescita prevale sull'incertezza", ha detto il commissario all'economia Paolo Gentiloni, presentando le prime previsioni economiche che tengono conto anche degli effetti dei piani nazionali di rilancio. O almeno dei loro effetti iniziali sulla domanda interna nel 2021-22, perché non è ancora possibile quantificare l'impatto preciso delle riforme e degli investimenti. Gentiloni ha spiegato che l'economia "crescerà in modo robusto quest'anno e il prossimo", e quindi la Commissione ha rivisto al rialzo le stime di febbraio su cui ancora pesava una forte incertezza. Nella Ue il Pil salirà del 4,2% nel 2021 e del 4,4% nel 2022, esattamente come quello italiano. Un dato che fa sì che l'Italia cresca più della Germania e meno della Spagna. Fanalino di coda invece l'Olanda, posto fino a febbraio scorso riservato all'Italia da oltre dieci anni. Ma il debito sale ancora, e mentre la zona euro sfonda la soglia psicologica del 100%, la Grecia schizza al 208% e l'Italia al 160%, rimanendo seconda in Ue.
Per l'Italia sono previsioni "positive e incoraggianti", ha detto il commissario, sottolineando che "la sfida principale sarà nei prossimi mesi e anni l'attuazione dei programmi di riforma e investimenti". Perché è "evidente" che una crescita così robusta, che ha tolto al Paese il record decennale di 'fanalino di coda' d'Europa, è dovuta principalmente ai fondi del Recovery. Se riuscirà ad essere duratura sarà soltanto per merito dell'attuazione "di un piano di questa ambizione", secondo Gentiloni.
La scommessa è quindi riuscire a mantenere il turbo acceso anche nei prossimi anni. Anche perché è l'unico modo per far calare il debito, che quest'anno raggiungerà un nuovo picco, sfiorando quasi il 160%. È un aumento inevitabile, spiega la Commissione, perché dovuto al "protrarsi del sostegno pubblico" all'economia, ancora necessario sicuramente per tutto quest'anno. Anzi, Gentiloni mette di nuovo in guardia dal ritiro prematuro delle misure di sostegno, che potrebbe avere gravi conseguenze sociali.
Secondo le previsioni Ue, il debito italiano comincerà a scendere dal 2022, calando al 156,6%. Anche il deficit quest'anno tocca un nuovo record (-11,7%), ma il prossimo scende (-5,8%) "grazie al calo della spesa pubblica e all'accelerazione dei ricavi". Meno evidenti gli effetti del Recovery sull'occupazione, perché bisogna aspettare che tutte le attività tornino al pieno regime e la ripresa prenda piede. Ci si arriverà presto, visto che già oggi Eurostat ha certificato che per la produzione industriale è tornato per la prima volta il segno più. In Italia la disoccupazione resterà intorno al 10% per i prossimi due anni, finché non si tornerà ad un livello di occupazione pre-pandemico.
La novità è che Bruxelles ora vede per tutti i Paesi Ue, e non solo per alcuni, il ritorno alla situazione economica pre-Covid entro la fine del 2022. Dal Recovery fund, nell'immediato, arriverà una spinta dell'1,2% sul Pil 2021-22, ma potrà anche salire una volta che le riforme e gli investimenti saranno a regime.
Il ritorno alla crescita pre-pandemia, però, porta con sé il rischio del ritorno anche del Patto di stabilità. Per ora resta sospeso. "Anche con queste previsioni economiche" più incoraggianti di febbraio, la clausola di sospensione del Patto di stabilità "resta in vigore fino a fine 2022", ha confermato Gentiloni. Il tema è stato trattato da Mario Draghi che in Parlamento ha detto chiaramente che "le attuali regole sono inadeguate, lo erano e lo sono di più per la uscita dalla pandemia. Dovremo concentrarsi su un forte slancio della crescita per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici". Il dibattito, ha però aggiunto, "non è ancora partito". Entro il 2022 bisognerà infatti riuscire a trovare un compromesso all'Eurogruppo sulla revisione delle regole, altrimenti sarà difficile per la Commissione continuare a giustificare la loro sospensione.
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