Patto stabilità: il 21 giugno verranno comunicati agli Stati i target di spesa

BRUXELLES - La Commissione europea comunicherà il 21 giugno agli Stati membri le traiettorie pluriennali di riferimento sulla spesa netta previste dal nuovo Patto di stabilità, entrato in vigore il 30 aprile con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea. Il target di ciascun Paese, da quanto si apprende, non sarà però divulgato e diventerà pubblico solo quando gli Stati presenteranno entro il 20 settembre (salvo deroghe) i piani pluriennali di spesa, indicando come intendono rispettare l'aggiustamento richiesto dopo un dialogo tecnico con la Commissione in estate. L'attesa è che le elaborazioni dell'esecutivo di giugno comprendano sia un'ipotesi di piani di spesa a 4 anni e sia a 7 anni, mentre saranno poi gli Stati chiamati a un rientro dei conti a chiedere se estendere da 4 a 7 anni i piani.

La Commissione ha già indicato l'intenzione di aprire le procedure per disavanzo eccessivo il 19 giugno. Già in questa fase verranno valutati i fattori rilevanti previsti dalle nuove regole sulla procedura per disavanzo: ad esempio le sfide poste dal debito pubblico, inclusi i relativi fattori di rischio, scadenze del debito incluse; i progressi nelle riforme e negli investimenti, incluse le politiche per correggere gli squilibri macroeconomici e per la strategia comune per la crescita e l'occupazione, inclusi quelli sostenuti dal Pnrr; e l'aumento degli investimenti pubblici nella difesa. Si sta ancora valutando come verrà esattamente applicata la procedura per disavanzo eccessivo in questo primo anno di transizione per il Patto (i primi conti pubblici a tenerne conto saranno quelli del 2025).

L'idea è comunque quella di mantenere una coerenza tra la procedura per disavanzo e quanto potrebbe risultare dalle raccomandazioni sui piani di spesa elaborati con il criterio della sostenibilità del debito, ed evitare comunque che possa esserci una divergenza tra lo sforzo la riduzione del deficit per almeno uno 0,5% strutturale del Pil (della procedura per deficit) e quanto verrebbe indicato d'altro canto con la traiettoria di spesa. In teoria con uno sforzo minimo di aggiustamento strutturale dello 0,5% del Pil per la procedura di disavanzo eccessivo, lo 'sconto' previsto nella fase transitoria (dal 2025 al 2027) sui percorsi di spesa considerata al netto del pagamento degli interessi sul debito, potrebbe venir stimato in uno 0,1%, o perfino lo 0,2% a seconda dei casi, da quanto si apprende. Proprio alla luce della volontà di mantenere una coerenza tra la procedura per disavanzo e gli sforzi sulla spesa netta elaborati con il criterio della sostenibilità del debito (anche con i paletti di rientro del debito per lo 0,5-1% del Pil fissati nel nuovo 'braccio preventivo del Patto) non è però detto che l'aggiustamento strutturale richiesto per alcuni Stati sarebbe solo dello 0,5% del Pil.

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