A Bergamo corrieri in affanno
Consegne a domicilio a rilento

Alcune aziende hanno già chiuso le filiali in provincia . Per Amazon solo qualche ritardo. Boom per la spesa di alimentari su Internet.

Ci sono consegne importantissime, quelle di farmaci e dispositivi di protezione individuali. Poi altre di una certa importanza, quelle legate alle attività economiche che ancora continuano a lavorare. Poi, ancora, la spesa. Ma anche consegne meno importanti, fatte con un clic per avere in casa qualcosa – dvd, libri, attrezzi per la ginnastica – per passare il tempo dell’isolamento.

È soprattutto a Bergamo che è esploso il problema dei corrieri e delle consegne, che si fanno sempre più difficili. Personale malato, ritmi di lavoro serrati, rivendicazioni dei lavoratori senza mascherina e guanti, colossi della logistica che iniziano a fermarsi: la miscela, in terra orobica, è quasi esplosiva sul fronte. Così, per i farmaci, sono dovuti intervenire per esempio i carabinieri.

Panoramica rapida. Bartolini, uno dei principali operatori del settore, ha annunciato che «a causa dell’attuale emergenza» ha sospeso l’operatività nelle province di Bergamo e Brescia, e in particolare, per quanto riguarda la Bergamasca, nelle filiali di Bergamo-Osio e Bergamo-Grassobbio. Anche Sda, del gruppo Poste Italiane, ha indicato che la filiale di Bergamo (così come anche per Brescia) non è al momento operativa, e dunque non verranno effettuate consegne e ritiri. Poi c’è Gls, che già nei giorni scorsi ha reso inoperative le basi di Bergamo, Albino e Cividino. In sostanza, si è a un passo dal blocco totale.

In tanti, però, in questi giorni cercano di fare acquisti su Amazon, anche per via delle limitazioni alla «libera circolazione». Il colosso dell’e-commerce specifica che continua a garantire i propri servizi, seppur con delle ripercussioni: «Al momento le attività di Amazon proseguono – specifica Amazon sul proprio sito -. Tuttavia i tempi di consegna potrebbero essere più lunghi del solito. Il periodo utile per effettuare i resi è stato esteso per dare ai clienti più tempo a disposizione. Le autorità sanitarie confermano che è sicuro ricevere pacchi». Informalmente, Amazon sta dando priorità a materiali sanitari e articoli per la casa, mentre il servizio Prime, che garantiva agli abbonati consegne in 24 o 48 ore, può richiedere qualcosina in più. Tra i lavoratori del settore serpeggia l’agitazione, sia per quanto riguarda i corrieri, sia per i centri della logistica. Uno sciopero – dichiarato a oltranza, a partire dalle 20 dello scorso lunedì – ha rallentato in questi giorni l’attività dell’«hub» di Castel San Giovanni, nel Piacentino, tra gli snodi principali per tutto il Settentrione; a indurre la mobilitazione, secondo i sindacati, c’è la «mancata integrale applicazione da parte di Amazon del protocollo per il contrasto e il contenimento del Covid-19 negli ambienti di lavoro». «Il benessere dei nostri dipendenti, dei nostri fornitori e dei nostri clienti è al primo posto. Stiamo seguendo rigorosamente le indicazioni fornite dal Governo e dalle autorità sanitarie locali nell’implementare in tutti i siti le giuste misure per contenere l’emergenza sanitaria in corso», è la replica dell’azienda.

Intanto, secondo la rilevazione di Nielsen, è boom di spesa on line: secondo la società di consulenza, nelle ultime tre settimane si è registrato un +81% nelle vendite di prodotti alimentari rispetto allo stesso periodo del 2019.

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