Agricoltura 3.0 a Bergamo
I giovani cercano di rilanciarla

Dai frutti tropicali al bambù, tanti ragazzi cercano strade multifunzionali per rilanciare il settore e trovare uno sbocco occupazionale.

L’agricoltura bergamasca guarda al futuro, con un mix di tradizione e innovazione. Il ritorno alla terra piace e attira le nuove generazioni che contribuiscono alla rinascita del settore puntando al radicamento sociale e alla cura del territorio attraverso nuove idee. Ma con i piedi per terra: oltre alla passione, quello da cui partire sono le competenze professionali. Agricoltori non ci si inventa.

«Molte imprese nate in piena crisi dopo il 2008– ha sottolineato Silvia Salvi, ricercatrice Osservatorio Cores dell’Università di Bergamo – sono di prima generazione. Scelgono la filiera corta non per il profitto, ma per vivere a contatto con la natura e per il rapporto diretto con i consumatori. I canali di vendita sono quelli diretti, in azienda, e poi nei mercati agricoli, nei negozi biologici e attraverso i gruppi di acquisto solidale. Questi sono diventati punto di riferimento, da quando sono passati da orientamenti basati sul risparmio ad una scelta che privilegia la qualità.

Giovani e poco campanilisti, i «contadini» del futuro guardano con interesse alla cooperazione. Come l’impresa «Via del campo» di Solto Collina, specializzata in frutta e verdura biologica. La costituzione di un consorzio è anche l’obiettivo di Giulia Serafini e Mirko Roberti che con il progetto «Tropico dei Colli», sono pronti a produrre frutti tropicali a Km zero. Quanto a innovazione non manca nulla a Marianna Ziliati, giovanissima cuoca, che con la start up BambùBio, realizza e vende prodotti da forno e specialità casearie, tipicamente locali, integrandole con il bambù, alimento ad alto valore nutrizionale che coltiva a Treviglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA