Alpini, 10 anni fa l’adunata dei record
Ricordate l’emozione? Guarda foto e video

A Bergamo la domenica del 9 maggio 2010 sfilarono per 12 ore in centomila. Oggi gli alpini in prima fila contro il Covid.

Sventolano i tricolori alle finestre delle case dei bergamaschi per sentirsi vicini, per combattere insieme il nemico invisibile che ci ha travolto. Esattamente dieci anni fa Bergamo era completamente imbandierata per salutare e festeggiare le centinaia di migliaia di penne nere che l’avevano invasa per l’83esima Adunata nazionale, l’evento più importante per la vita associativa dell’Ana.

«Fu l’adunata dei record – ricorda il presidente della sezione dell’Ana Giovanni Ferrari –. Un’adunata che è rimasta nel cuore di tutti per il calore della partecipazione, per il numero di alpini che erano in ogni paese e angolo della città. In questi giorni d’emergenza per altro motivo gli alpini sono apprezzati per quanto stanno facendo nelle comunità. Allora furono giorni di grande allegria, ora piangiamo tanti amici andati avanti».

E il «Molamia» suona ora come una declinazione di «Berghem de sassi», motto della sezione. Per 12 ore furono oltre 100 mila gli alpini, oltre 10 mila orobici, che sfilarono, ordinatissimi, quella domenica 9 maggio. Dall’invasione pacifica la nostra città ebbe un’iniezione di energia, entusiasmo, forza diventati patrimonio di tutti. «Furono tre giorni da favola – ricorda l’allora presidente sezionale Antonio Sarti -, indimenticabile per noi che l’avevamo organizzata e per chi è stato accolto, giunto da tutto il mondo. Il successo è dovuto al fatto che tutta la sezione aveva lavorato mettendo passione, cuore, competenze, tanto tempo». Icona di quelle giornate culminate con la sfilata della domenica, Leonardo Caprioli, presidente sezionale prima (dal 1969 al 1984), presidente nazionale dal 1984 al 1998 negli anni in cui impresse un’impronta ben definita all’Ana, quella di un’associazione impegnata nei territori, nelle comunità in tempi di pace e in situazioni di emergenza, scelta riassunta nel suo celebre motto: «Ricordiamo i morti aiutando i vivi».

Con Caprioli di fatto nacque la Protezione civile di cui sappiamo bene apprezzare l’attività per averla vista all’opera nelle grandi emergenze, l’ultima quella che stiamo vivendo. Caprioli, reduce di Russia, classe 1920, sfilò davanti ai suoi alpini, reggendosi in piedi sulla jeep per ore, sotto la pioggia battente che non riuscì a rovinare l’atmosfera di quella straordinaria giornata. «Abbiamo sbriciolato tutti i record - commentò il presidente nazionale Ana di allora Corrado Perona - è stata una fiumana di entusiasmo». A distanza di un decennio l’Ana, per la terza volta nella sua storia (dal 1941 al 1947 e nel 1950, a causa del Giubileo a Roma), è costretta a rinunciare all’adunata che avrebbe visto scendere verso il mare tanti alpini, per sfilare a Rimini. A fine mese il Consiglio Nazionale deciderà se rimandarla all’autunno o annullarla, quest’ultima sembra l’ipotesi più probabile, immaginando quindi uno «slittamento» a maggio 2021. Potrà essere ricordata dalla classica medaglia edita per ogni appuntamento con una modifica sulla data: lo zero di 2020 coperto da una linea spezzata seguito dall’uno, una linea che ricorda la ferita causata dal Covid 19. Rimandata al 2022 l’adunata sezionale in programma in settembre a Scanzorosciate, poiché il prossimo anno la sezione festeggia il proprio centenario e le manifestazioni si svolgeranno in città.

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