Atalanta, tanta voglia d’Europa - Video
E venerdì si ricorda il match col Malines

La partita di ritorno venne disputata esattamente 29 anni fa, ma il club «Dea Dalmen» la celebra domani con giocatori come Nicolini e Garlini.

Con un calcio alla scaramanzia i tifosi nerazzurri si portano avanti per pregustare il delizioso sapore europeo. A propiziare l’ evento il «Dea Dalmen», una delle sezioni più attive del Centro Coordinamento amici dell’ Atalanta. L’ appuntamento è venerdì 21 aprile, alle 19,30 al Saps Agnelli Cooking Lab, di Lallio. Una data non casuale, visto che l’indimenticabile semifinale di ritorno di Coppa delle Coppe con il Malines a Bergamo (terminato purtroppo come all’andata, 2-1 per i belgi) risale al 20 aprile 1988, un giorno prima, 29 anni orsono.

Ospiti della serata alcuni tra i giocatori che indossarono la maglia da titolare in quella partita. Come Oliviero Garlini, autore dell’iniziale vantaggio su calcio di rigore. Ricorda il bomber, bergamasco doc di Stezzano: «Eravamo sullo 0-0 e dopo 39 minuti ho avuto la ghiotta opportunità di sbloccare il risultato. Misi con cura il pallone sul dischetto dicendomi che non avrei potuto assolutamente deludere lo stadio pieno come un uovo. Ancor oggi ho stampato nelle orecchie l’impressionante boato seguito nell’ istante in cui la palla ha varcato la linea della porta».

Anche per l’ allora talentuoso trequartista Eligio Nicolini (anche lui tra gli ospiti giovedì) è impossibile dimenticare quella storica partita: «Se il colpo di testa di Fortunato fosse entrato in porta avremmo, con ogni probabilità, superato il turno. Come non ricordare l’intera città tappezzata di striscioni e vessilli nerazzurri? Cominciai ad avere brividi già sul pullman che ci trasportava allo stadio».

In tribuna d’onore c’era Felice Gimondi (a quel tempo presidente degli «Amici dell’ Atalanta») insieme al rivale di sempre Eddy Merckx: «Anche in quella occasione Eddy è riuscito a battermi», ricorda. «Sconfitta a parte fu una sfida sportiva delle più emozionanti e dai contorni festosi da mille una notte!».

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