Bernina, il superstite: «In un secondo
mi è passata tutta la vita davanti»

«In una frazione di secondo mi sono venuti mille pensieri in testa, ho visto la vita scorrermi davanti». Giovanni Lanfranchi, 58 anni di Seriate, tra i due alpinisti feriti sul Bernina domenica è l’unico in grado di parlare.

Anna Filisetti, 56 anni di Longuelo, è ancora intubata. Entrambi sono ricoverati in Terapia intensiva all’ospedale di Coira, nel cantone dei Grigioni in Svizzera. Il marito di Anna, Giulio Burini, è andato da lui per farsi raccontare l’incidente. La dinamica, infatti, non è chiara. Stando al suo racconto, a scivolare sarebbe stato uno dei suoi compagni, Anna o la guida svizzera Norbert Joos, 55 anni, che in quella caduta ha perso tragicamente la vita.

«La giornata era splendida - racconta Burini - e Anna era felicissima di quella scalata per la via del Biancograt. Sono arrivati in vetta ed è andato tutto bene. Hanno cominciato a scendere in corda doppia: Joos, una guida espertissima e prudente, li calava lungo la roccia. Anna era sotto la guida e più in basso c’era Giovanni. Non c’era pericolo e si sono fermati in un punto sicuro per far salire un’altra cordata».

Erano le 14 di domenica, a quota 3.900 metri sopra il rifugio Marco e Rosa: «Improvvisamente mi sono sentito tirare giù, non so chi è scivolato dei due - ha raccontato Lanfranchi a Burini -. In una frazione di secondo mi sono visto tutta la vita davanti». Norbert Joos, Noppa per chi lo conosceva, ha battuto la testa contro una roccia ed è morto sul colpo. «Sono caduti per una ventina di metri sulle rocce, poi sono finiti in un canalone di neve per altri 200 - dice Burini -. La guida purtroppo ha battuto la testa ed è morta subito. Anna e Giovanni sono rimbalzati, si sono fratturati in diversi punti e sono rimasti semisommersi dalla neve per circa mezz’ora. Mia moglie è andata in ipotermia, quando l’hanno recuperata aveva una temperatura di 28 gradi. Per riuscire a operarla l’hanno dovuta portare a 35».

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