Bilanci dei comuni nell’anno del Covid (2020): trasferimenti +110%, spesa sociale +2%

Lo studio L’Osservatorio Sociale Cisl di Bergamo: «Impegno di tutti per dare vita a un nuovo modello, senza pesare sulle tasse».

Quanto l’impatto della tragedia pandemica sia stato totalizzante, condizionando fortemente la vita delle nostre comunità, lo si deduce anche dalla lettura dei bilanci comunali relativi all’anno 2020 (gli ultimi disponibili), che registrano una radicale inversione del trend osservato negli ultimi 15 anni.

In provincia di Bergamo, nel corso del 2020, i trasferimenti di fondi pubblici verso gli enti locali hanno toccato la quota dei 312milioni di euro (il 110% in più rispetto all’anno precedente): un’impennata che solo la violenza del Covid che si è riversato su queste terre può spiegare.

In questa particolare situazione, che da sanitaria si è trasformata in emergenza sociale, però, la propensione dei comuni alla spesa sociale non ha avuto lo stesso incremento, aumentando comunque dal 16 al 18%, e cioè da 119 a 144 milioni di euro. Anche tasse e imposte locali hanno subito la flessione da Covid 19, facendo scendere di circa 12 milioni la quota delle entrate locali dei comuni (da 494 del 2019 ai 482 milioni del 2020).

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La rilevazione compiuta dall’Osservatorio Sociale della CISL di Bergamo evidenzia dai bilanci dei Comuni gli impegni di spesa per l’investimento sociale direttamente a carico degli Enti Locali che incidono per il 71% dell’intera spesa sociale, cui quindi si devono aggiungere un 7% di compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini e per il restante 22% di risorse derivate da trasferimenti nazionali o regionali a favore degli Ambiti territoriali (cresciuti del 30%).

L’ordine di grandezza del +110% riguarda l’assetto provinciale, sommando quindi i trasferimenti erogati ai 243 comuni orobici: la situazione si presenta ovviamente con una articolazione che registra in alcuni Ambiti territoriali (Treviglio, Romano di Lombardia, Valcavallina) sforare abbondantemente l’incremento del 120% con la punta del 130% nell’Ambito del Basso Sebino.

A fronte della crescita dei trasferimenti centrali, assistiamo nel 2020 ad un calo delle entrate tributarie (nelle voci dei bilanci: «Imposte, Tasse e proventi assimilati» ) nella misura del 2.31% come media provinciale, diminuendo sul piano provinciale a 483 milioni dai 494 milioni dell’anno precedente, calo più caratterizzato negli Ambiti di Valle Brembana e Seriate (-7%) e in quelli di Valle Imagna e Romano (-6%).

La riduzione delle entrate tributarie rubricate nella provincia di Bergamo conferma e coincide con il dato nazionale che il Ministero delle Finanze indica del -2.2% a carattere nazionale, per un calo generalizzato delle entrate, in particolare quelle derivanti dall’Irpef strettamente legata ai redditi da lavoro dipendente (-5.2%) e ai redditi da lavoro autonomi (-5.3%).

«Si evidenzia, nella prospettiva degli anni a venire, una situazione tanto preoccupante da sollecitare gli amministratori locali ad una allarmata presa di posizione, con conseguente richiesta al governo di un sostegno di aiuti costante nel tempo per evitare ulteriori interventi sulle addizionali e sulle imposizioni fiscali locali», dice Mario Gatti, della segretaria provinciale della Cisl.

Crescono dunque nel 2020 gli Impegni di Spesa complessiva e analogamente si dilata la spesa per i Servizi Sociali, che nell’anno, a causa di una domanda di protezione sociale cresciuta in modo anomalo, si incrementa in provincia del 20.73%. La crescita degli investimenti della spesa, per rispondere all’esplosione dei bisogni sociali, è ulteriormente comprovata dall’indice della Propensione Sociale (raffronto tra gli impegni della Spesa Sociale con il totale degli Impegni di Spesa complessiva programmati dall’Ente) che cresce in tutti gli Ambiti e che nel riscontro provinciale si configura con una percentuale del +2.2%, attestandosi quindi al 18.3% degli impegni di spesa comunali (16.1% nel 2019).

«La lettura dei bilanci ci mostra quanto sia stata significativa, determinante e pronta la risposta degli amministratori locali, riconoscendo loro l’impegno, la sensibilità e la vicinanza dimostrati nei mesi peggiori della pandemia. Da ciò traiamo alcune riflessioni di sintesi sulle quali interrogarci e porre all’attenzione generale, e in particolare agli addetti ai lavori, cogliendo dall’esperienza vissuta spunti di riforma e di innovazione. Riteniamo che vada ripreso e valorizzato il modello della prossimità come efficace risposta all’emergenza.

Pensiamo quindi ad un cambio di modello, ad un paradigma rinnovato che, colto nella sua percezione, ma ancora abbozzato e impreciso nella sua definizione, ha urgenza di un sostegno che deve provenire dall’ampio spettro della partecipazione e del reale coinvolgimento di tutti gli attori sociali presenti nelle comunità in un rapporto che, pur nel rispetto dei ruoli, deve lasciarsi alle spalle l’autoreferenzialità di ciascuno - conclude il segretario Cisl -per favorire l’incrociarsi dei pensieri, il concorso degli sguardi, l’apporto di contributi sì che prevalga il respiro corale nella rappresentazione e nella costruzione delle reti comunitarie».

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