Case popolari, verrà «premiato»
chi risiede da più anni in regione

Fino a 6.5 punti di vantaggio in graduatoria per chi ha oltre 15 anni di residenza in Lombardia.

Cambiano i criteri per l’assegnazione degli alloggi popolari in Lombardia. La Giunta regionale ha varato le modifiche al regolamento che disciplina la programmazione dell’offerta abitativa e le modalità d’accesso e di permanenza nelle case della Regione. Per fare domanda di un alloggio Aler bisognerà essere residenti in Lombardia da almeno 5 anni, come già previsto dalla legge sulla casa approvata nel 2016 dalla Giunta guidata da Roberto Maroni. Inoltre sarà premiata la residenza continuativa in Lombardia e nel Comune in cui si fa richiesta di una casa. Nello specifico, le nuove norme tendono a favorire nelle graduatorie chi vive da più anni nella Regione. In base al periodo di residenza, si potranno ottenere fino a 6,5 punti in più (oltre i 15 anni), mentre la residenza nello stesso Comune sarà premiata in graduatoria con un massimo di 8 punti (oltre i 10 anni).

«Prima gli italiani? No, prima i residenti», ha commentato l’assessore lombardo alla Politiche sociali, Stefano Bolognini, assicurando che «se gli stranieri sono regolari possono concorrere né più né meno degli italiani a ottenere alloggi popolari». Ancora negativo, invece, il giudizio del centrosinistra. «Il Regolamento approvato, di fatto, nasce morto: per il suo clamoroso ritardo, ma anche perché non esplicita il legame con il Reddito di cittadinanza. Non vengono sciolti i nodi legati alle difficoltà nei bandi per le assegnazioni e infatti su questo punto condividiamo le perplessità di tutte le sigle sindacali», ha lamentato Niccolò Carretta (Lombardi civici europeisti e coordinatore Lista Gori).

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