Centro islamico, scintille in via Cenisio
La discussione su via San Fermo

La tensione era nell’aria e nella sera la scintilla si è accesa in via Cenisio, dove all’interno del centro islamico non sono mancate le tensioni tra i sostenitori dell’attuale presidente Mohamed Saleh e quelli di Imad El Joulani, predecessore di Saleh, per 15 anni alla guida del centro.

Nocciolo della discussione il progetto da 5 milioni di euro del nuovo luogo di culto di via San Fermo, un piano presentato da El Joulani dopo lo stop alla moschea in via Baioni e dopo lunghe trattative con Qatar Charity Foundation. La polemica fra i due gruppi è nata intorno alle 20.30 dopo il consueto momento di preghiera serale, quando alcuni frequentatori del centro avrebbero chiesto spiegazioni riguardo la denuncia presentata pochi giorni fa al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo da Saleh e da Ibrahim Mohamed, tesoriere dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia, per appropriazione indebita a carico di El Joulani.

Alla richiesta di parola, un giovane sarebbe però stato però fermato in malo modo dall’attuale presidente: «Un nostro fratello – ha spiegato uno dei presenti – ha cercato di parlare per chiedere spiegazioni, ma subito è stato fermato. Saleh ha spento tutte le luci e ci ha minacciato di uscire. Non è stato corretto il suo comportamento: noi volevamo spiegazioni sulla denuncia perché si è permesso di farla a nome di molti di noi che neanche si sognavano di fare un esposto». L’ex presidente è sempre stato corretto con noi, non ha mai nascosto nulla e ci informava di tutti i movimenti che faceva per realizzare il grande centro islamico che, secondo il progetto, dovrebbe includere una scuola, una biblioteca e molti altri servizi».

Immediata la reazione del presidente e del consiglio direttivo che hanno commentato duramente la vicenda: «Ho documenti – hanno chiarito i vertici di via Cenisio – che provano le azioni di El Joulani. Come consiglio direttivo siamo rimasti all’oscuro di tutto per diversi mesi e abbiamo notato delle anomalie nel comportamento dell’ex presidente che non potevano tenere a tacere. I finanziatori erano a conoscenza del piano di via Baioni e non di via San Fermo: El Joulani non ha informato nessuno sull’edificio di via San Fermo e questo ci pare una mancanza di rispetto verso chi dona i soldi necessari per il progetto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA