Corruzione e tentata truffa in carcere
Sei arresti, c’è anche l’ex direttore

I carabinieri e la Guardia di Finanza di Bergamo hanno arrestato alcuni appartenenti dell’amministrazione penitenziaria di Bergamo e alcuni imprenditori della provincia bergamasca. Le accuse sono, tra le altre cose, di turbativa d’asta, falso e corruzione. Le ordinanze di custodia cautelare sono sei.

I carabinieri e la Guardia di Finanza di Bergamo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex direttore del carcere di Bergamo Antonino Porcino, portato in un carcere fuori regione, e di altri cinque indagati. Si tratta del comandante e di un commissario della Polizia Penitenziaria di Bergamo, quest’ultimo distaccato presso il carcere di Monza, del dirigente sanitario del carcere di Bergamo e di due imprenditori di Urgnano, tutti agli arresti domiciliari. Pesanti le accuse che vanno dalla corruzione alla turbata libertà degli incanti, al peculato, al falso ideologico, alla tentata truffa ai danni dello Stato.

In tutto sono 27 le persone complessivamente coinvolte nelle indagini. Il provvedimento scaturisce da una complessa attività investigativa, coordinata dai sostituti procuratori della Repubblica di Bergamo, Maria Cristina Rota ed Emanuele Marchisio, condotta dai carabinieri della Compagnia di Clusone con la collaborazione di personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza di Bergamo.

Le indagini nascono per far luce sul trattamento carcerario «di favore» garantito ad un imprenditore arrestato, nell’aprile 2017, dalla Guardia di Finanza di Vibo Valentia, nell’ambito di indagini collegate alla realizzazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. L’arrestato, ristretto nella circostanza presso il carcere di Bergamo, aveva di fatto evitato il regime carcerario ordinario, fruendo di un lungo ricovero presso l’ospedale di Bergamo, grazie a certificazioni mediche attestanti un grave shock emotivo che non risulta che il detenuto avesse effettivamente subìto.

Le indagini, oltre a far emergere il presunto coinvolgimento nella vicenda, tra gli altri, dell’attuale comandante della Polizia Penitenziaria di Bergamo, hanno consentito di fare luce anche su numerose altre condotte illecite, quali false attestazioni sanitarie finalizzate a far ottenere benefici economici (pagamento licenza non fruita all’atto del pensionamento, trattamenti privilegiati di quiescenza, riposo medico per patologie inesistenti e concordate) all’ex direttore del carcere, da pochi giorni in pensione.

Tra le condotte illecite evidenziate dagli inquirenti sono segnalate false attestazioni relative a vicende che hanno interessato alcuni detenuti; corruzione connessa alla stipula di contratto di fornitura, in esclusiva, di distributori automatici di alimenti, bevande e tabacchi all’interno della casa circondariale di Monza, oltre che distrazione di personale in servizio della polizia penitenziaria e di materiali vari, di proprietà dell’amministrazione e in deposito presso la Circondariale, per lavori di ristrutturazione dell’appartamento privato dell’ex direttore del Carcere.

Tra le condotte illecite anche l’utilizzo di personale della polizia penitenziaria in servizio, di veicoli dell’amministrazione nonché di materiale del carcere di Bergamo, per esigenze private dell’ex direttore e di altri funzionari di polizia penitenziaria; l’assunzione clientelare di personale presso la casa circondariale di Bergamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA