Esiliato in Spagna, Barillà torna in città
«Il mio sogno? Avere un cuore nuovo»

Detenuto ingiustamente per 7 anni e mezzo a Bergamo, era poi espatriato. Rientrato per la prima volta in Italia. È in lista d’attesa per un trapianto cardiaco. La storia su L’Eco di Bergamo del 17 agosto.

Quindici anni in esilio - più o meno volontario - e ora il ritorno in patria. Lui non è Neruda, né Bonaparte, ma Daniele Barillà. Il suo nome evoca una delle pagine più drammatiche della giustizia italiana. Per un tragico errore fu scambiato per un narcotrafficante e costretto a stare 7 anni e mezzo nelle patrie galere. Da innocente. Una storia da cui sono nati un libro e una fiction tv («L’uomo sbagliato», ispirato alla sua storia e a quella di Enzo Tortora. A distanza di tre lustri, Barillà è tornato in Italia, «ma con in tasca il biglietto aereo che mi riporterà in Spagna», ha precisato il 16 agosto prima di ripartire per la Spagna. È lì infatti che dopo aver ritrovato la libertà si è trasferito lasciando la sua Nova Milanese e gli affetti più cari.

«Ho rimosso tutto o quasi. I primi tempi è stata dura, non dormivo. Uscire dall’Italia è stato come nascere una seconda volta», spiega nell’intervista di Emanuele Roncalli. «Mi hanno distrutto, demolito. Ma mi sono rialzato. Ho un lavoro e una famiglia. Soprattutto un figlio. Tutto questo mi basta». Ha ancora un sogno nel cassetto? «Sì, un cuore nuovo».

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