Gabriella guarita ritorna a casa
Festa a Tavernola per la dottoressa

Campane a festa e striscioni di benvenuto per la dottoressa Gabriella Formenti, medico di famiglia di Tavernola, la «mamma della nostra salute», come ha scritto sui social il sindaco Ioris Pezzotti per annunciare il suo ritorno a casa.

Dopo quasi due mesi di durissima battaglia contro il coronavirus, la dottoressa Gabriella, 64 anni il prossimo ottobre, domenica, festa della mamma, è rientrata nella dimora di Tavernola, dal marito Alessandro Napolitano, dall’ unico figlio Carlo e dalla sua comunità che ha condiviso la grande preoccupazione per la sua sorte.

I genitori di origine toscana - il padre Franco medico condotto e la madre Loriana farmacista - sono giunti a Tavernola nel 1961 e sono considerati a tutti gli effetti tavernolesi. «Non ci poteva essere giorno migliore della festa della mamma per accogliere Gabriella - dice la gente, ricordando il suo arrivo a Tavernola - Aveva cinque anni e il fratello Luca non era ancora nato. I Formenti hanno subito conquistato la nostra benevolenza e simpatia perché pur essendo istruiti e benestanti erano alla mano e la loro casa era aperta a tutti, soprattutto ai bambini che andavano a giocare e a fare i compiti». Tra i primi medici ad essere colpiti dal Covid-19, la dottoressa Gabriella nella sua quasi quarantennale carriera non solo si è conquistata la stima della gente ma anche tanto affetto per la disponibilità, per la partecipazione alle vicende della comunità. I suoi grandi maestri, di professione e di vita, sono stati il padre Franco, morto nel 2005, nel cuore di tutti i tavernolesi, e la madre Loriana, donna di grande umanità.

Gabriella era appena uscita da mesi di super lavoro a causa della meningite che ha colpito i paesi del Basso Sebino tra dicembre e gennaio. Aveva infatti appena finito di somministrare gli ultimi vaccini contro il meningococco, quando all’ inizio di marzo ha iniziato ad accusare i primi sintomi finché il 14 è stata ricoverata nel nosocomio di Chiari per l’ aggravarsi delle sue condizioni. «La sua vita era appesa ad un filo, ho temuto di perderla», racconta il marito, «grato ai tavernolesi per la vicinanza e il sostegno morale ricevuto in quei terribili giorni». «Con quel che ha passato - prosegue guardandola con tenerezza - è un vero miracolo che sia di nuovo tra noi». La sua salute era già stata messa a dura prova in passato a causa di una seria malattia, ma questa volta la batosta è stata diversa, senza la prospettiva di una cura certa, di una possibile guarigione. «Non è la prima volta che affronto il problema della morte, ma non in modo così drammatico, del tipo dentro o fuori», racconta, con il pensiero rivolto ai medici e agli infermieri che con professionalità e umanità si sono presi cura di lei, ad iniziare dal primario di medicina Gabriele Zanolini.

«Sono molto riconoscente a questo medico, sposato e residente a Tavernola, che mi ha seguita passo dopo passo fino alle mie dimissioni del 9 aprile presso il centro di riabilitazione Maugeri di Lumezzane dove ho iniziato la ripresa». I giorni brutti sono alle spalle, ma resta il segno di quell’ esperienza che «ti fa capire le priorità della tua vita - dice - di ciò che è effimero e ciò che non lo è». Mentre parla il suo sguardo si posa con dolcezza sul figlio, avvocato a Milano, padre di un bimbo di due anni, a Tavernola per stare accanto alla madre, al padre «È stata dura per tutti - commenta - ma quel che conta è che mia madre è tra noi, provata, ma pronta di nuovo a sorridere alla vita. Ringraziamo tutti».

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