Gori boccia la supermoschea, ma...
«Chi nega i diritti favorisce l’abusivismo»

«Chi nega i diritti alla libertà religiosa è il vero responsabile dell’abusivismo e dei disagi che ricadono anche sui cittadini bergamaschi».

Giorgio Gori interviene sul caso moschea ed entra a gamba tesa contro chi (la Lega che ha promosso il presidio, a cui ci saranno anche le altre forze del centrodestra) sabato 23 gennaio scenderà in piazza per dire no al «maxi» centro islamico in via San Fermo, finito sotto inchiesta.

«Su via San Fermo - afferma il sindaco - siamo stati chiarissimi, giudicando l’ex sede della concessionaria di via San Fermo del tutto inappropriata ad ospitare un luogo di culto. Siamo stati noi a inoltrare alla Digos la segnalazione da cui è partita l’indagine della magistratura, già nel febbraio del 2015».

Al centro dell’inchiesta un finanziamento della Qatar charity foundation, 5 milioni di euro destinati a costruire a Bergamo un luogo di culto islamico e finiti sui conti della Cib, la nuova associazione di Imad El Joulani (l’ex presidente del centro di via Cenisio, ora indagato per appropriazione indebita), che con una parte dei soldi ha acquistato l’ex concessionaria di via San Fermo, cantiere sequestrato e ora dissequestrato.

Non c’è «nessun “atteggiamento supino e prostrato” nei confronti degli islamici, anzi - dice senza mezzi termini il primo cittadino -. Chi si appresta a manifestare contro il Comune dovrebbe piuttosto prendersela con se stesso.La legge regionale voluta dalla destra per impedire la costruzione delle moschee - sbagliata e a nostro giudizio incostituzionale - ha la responsabilità di costringere la comunità islamica nella direzione disordinata e illegale del “fai da te”, che è esattamente ciò che andrebbe evitato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA