I novant’anni della «nodera» Paganoni
«Atti e codici sono ancora il mio pane»

Nata in una famiglia di notai. Tra le prime donne in città a intraprendere la professione. Cinque figli, si è divisa tra casa e studio dal 1949. «E se c’è bisogno di un consiglio, io ci sono».

Appoggiati sul tavolo di casa, ci sono ancora faldoni e pratiche. Li maneggia con cura, la stessa che aveva nel 1949, quando iniziò a «muoversi» nello studio di papà Giacomo. Oggi come allora, Maria Paganoni ha lo sguardo acuto, il sorriso buono. Per Bergamo è la «nodera», la notaia, la prima donna bergamasca a esercitare in città una professione nobile e delicata. Domani soffierà su 90 candeline. «Già mio nonno materno, nell’Ottocento, esercitava la professione. E mio padre fece pratica proprio da lui: lì conobbe mia mamma», racconta la signora Paganoni, sfogliando l’album dei ricordi, legati a filo stretto con la sua casa-studio di via Pradello.

Il ginnasio al Sarpi, gli anni duri della guerra («La mia famiglia venne sfollata a Valtesse, perché i tedeschi requisirono la nostra abitazione», rammenta), l’università alla Cattolica di Milano («Avrei voluto fare Lettere, poi papà mi spinse verso Legge», sorride) e i primi passi nel mondo dei codici, degli atti, delle bolle: «Iniziai come “piccola”, sbrigando le commissioni, poi adagio adagio feci strada», spiega. Fino al grande passo, quello dell’esame di Stato. Rocambolesco, a dir poco: «Una peripezia. Andai a Roma, sostenni gli esami, mi sembrarono andati bene. Poi, tornando in treno verso casa, mi fermo a Firenze: lì leggo il giornale e trovo la notizia che la sessione era stata annullata, perché alcuni candidati avevano copiato. Così dovetti rifarlo», è l’aneddoto.

In pensione è andata nel 2002, ma anche dopo quella data non ha abbandonato il mondo della legge, come consulente nello studio del fratello, che ha continuato a frequentare fino a maggio. E anche ora, se c’è bisogno di un consiglio, c’è chi le telefona: sono persone con cui è in contatto da decenni, che in lei ripongono immutata fiducia. Una vita di lavoro intenso: «Però mi sarebbe piaciuto fare più viaggi», sorride Maria Paganoni, innamorata della montagna. In fondo, se si mettessero una sopra l’altra tutte le pratiche passate per la penna della notaia per eccellenza di Bergamo, ci si troverebbe di fronte a un Everest.

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