Il vescovo ai detenuti: «La vostra esperienza sofferta merita attenzione»

IN CARCERE . Monsignor Beschi in via Gleno per celebrare la Pasqua: «Nel drammatico affresco della Passione di Gesù irrompe il dono inatteso della Resurrezione. Gesù assume su di sé il male di tutti per salvarci».

«Speranza» è la parola che le detenute e i detenuti del carcere di via Gleno consegnano al vescovo. Monsignor Francesco Beschi arriva alla guida della sua Panda bianca nell’istituto intitolato a don Fausto Resmini per celebrare la Pasqua. Una preghiera nella sezione femminile e una Messa nel reparto circondariale. Ad accoglierlo una rappresentanza dei 535 reclusi (quando la capienza massima sarebbe di 319), la direttrice Teresa Mazzotta, la polizia penitenziaria, la garante Valentina Lanfranchi, i cappellani, i diaconi, le suore e i volontari.

Un pomeriggio atteso e partecipato, di affetto reciproco, di «ponte» tra il dentro e il fuori, «in questi giorni di Quaresima che sono il cuore della nostra fede». Il vescovo ascolta, sosta, chiede. Ha una stretta di mano e una carezza per tutti. «Una gioia essere qui tra voi. L’esperienza vera e sofferta che vivete qui merita attenzione», dice. I detenuti cantano forte, e poco importa se non azzeccano tutte le note. È il loro modo per pregare e dire grazie «della vicinanza».

Il vescovo tratteggia «il drammatico affresco della Passione: «Gesù è flagellato e crocefisso, ma nella vicenda disperata irrompe il dono inatteso della Resurrezione. Gesù assume su di sé il male di tutti, è questa la nostra salvezza».

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