Impianti sciistici chiusi, Garavaglia:
«Per le regioni e la montagna 4,5 miliardi»

L’incontro è stato fatto per fare il punto sulla situazione sulle attività dei comprensori sciistici e le conseguenti ripercussioni provocate dalla decisione di domenica 14 febbraio di procrastinare al 5 marzo l’apertura degli impianti di risalita nelle località montane.

«C’è stato un danno per una scelta del governo e i danni vanno indennizati»: lo ha detto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia dopo un incontro con gli operatori della montagna, i rappresentanti degli enti locali insieme al presidente della Lombardia Attilio Fontana e in collegamento il ministro delle per gli Affari regionali Mariastella Gelmini e il governatore del Piemonte Alberto Cirio

L’incontro è stato fatto per fare il punto sulla situazione sulle attività dei comprensori sciistici e le conseguenti ripercussioni provocate dalla decisione di domenica 14 febbraio di procrastinare al 5 marzo l’apertura degli impianti di risalita nelle località montane.

All’appuntamento con gli stakeholder del settore erano presenti, fra gli altri, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il ministro per il Coordinamento di iniziative del settore del Turismo, Massimo Garavaglia, gli assessori regionali Massimo Sertori (Montagna ed Enti locali) e Lara Magoni (Turismo, Marketing territoriale e Moda).

«Il Governo riveda modalità e tempi con cui si decidono i cambiamenti di colore e le riaperture, così è schizofrenico e non va nella direzione di contrastare efficacemente epidemia» ha proseguito il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. «Abbiamo ascoltato il grido di dolore di tanti operatori - ha spiegato -, dei sindaci e dei rappresentanti delle Comunità montane. Ci hanno espresso la loro angoscia e disillusione perché questo può essere davvero un colpo decisivo per le sorti di tanti comprensori».

«Nel prossimo decreto, una quota dei 32 miliardi andrà alla montagna. Alla luce di quello che è successo, credo che sarà una quota importante. Non ci sono problemi a capire l’entità del danno» ha spiegato Garavaglia. «L’entità del danno è ancora da quantificare, ma secondo le stime fatte dalle Regioni, per il sistema montagna, tolto gli impianti, parlano già di 4,5 miliardi, a questi vanno aggiunte le risorse per gli impianti di risalita» ha aggiunto l’assessore specificando come ormai la stagione, per il settore, «sia finita».

«I danni vanno indennizzati, non si parla di ristori - ha continuato Garavaglia -. La montagna finora è stata dimenticata: al sistema montagna è arrivata finora qualche briciola e purtroppo ci sono stati alberghi che non hanno lavorato per 10 mesi, ci sono stagionali che quest’anno non avranno la possibilità di proseguire la loro attività. Gli investimenti concreti devono andare in questa direzione, individuando soluzioni, con le politiche del lavoro».

Il ministro Garavaglia ha sottolineato che nel corso dell’incontro con gli operatori, con il ministro Gelmini e gli assessori regionali si è parlato anche di prospettiva. «Per ripartire - ha aggiunto - servono due cose: la programmazione, perché non si può sapere il giorno prima cosa succede il giorno dopo), bisogna avere il tempo per programmare con serietà cosa succederà quest’estate e cosa accadrà nella prossima stagione; l’altro elemento è lavorare per mantenere la competitività del sistema montagna che è importantissimo per il nostro Paese e per l’industria del turismo. Non possiamo permetterci di perdere competitività verso i nostri Paesi competitor e quindi usare bene le risorse del Recovery per fare investimenti mirati, efficienza energetica, intervenire sugli impianti in modo che quando si riparte lo si faccia alla grande, come la nostra montagna sa fare».

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