l parkour fai-da-te, la moda rischiosa dei ragazzi in Dad

Imitano gli youtuber, salti sui i tetti di ditte abbandonate, tra danni e pericoli. Blitz della polizia all’ex Reggiani: riaffidati ai genitori.

Su Youtube il fenomeno è diffuso da anni: giovani che, muniti di «GoPro» (la telecamerina frontale che riprende in maniera soggettiva ciò che chi la indossa sta vedendo), si arrampicano a mani nude sui tetti di fabbriche abbandonate di mezzo mondo, saltando senza protezioni da una copertura all’altra e raggiungendo anche altezze vertiginose, come i centinaia di metri di ciminiere non più in uso. Un’attività rischiosa: ma che, sulla rete, viene svolta da professionisti. Con tanto di disclaimer: l’avvertenza a non imitarli, perché gli youtuber si cimentano in quelle imprese – spesso illegali perché svolge in proprietà private – allenati e specializzati.

Tuttavia c’è chi tenta di emularli, anche a Bergamo: ragazzini, spesso minorenni, che, complice la chiusura o la riduzione dell’orario scolastico per via della pandemia, spento il computer una volta terminata la didattica a distanza, si ritrovano in gruppetti tra i cinque e i dieci per volta e si introducono in fabbriche abbandonate. Per far danno – rompere vetri, infissi e quel che resta del mobilio – e appunto emulare quello che hanno visto su Youtube. Salgono quindi sui tetti delle fabbriche dismesse e iniziano a saltare da una copertura all’altra, senza alcuna preparazione fisica e con tutti i rischi che ne conseguono. Tanto che due settimane fa è stata dimessa dall’ospedale Papa Giovanni XXIII una ragazzina di 13 anni che, il 6 marzo scorso, era caduta in un lucernario mentre, con alcuni coetanei, saltava sui tetti di una ditta abbandonata di Vaprio d’Adda, comune milanese al confine con la Bergamasca. Aveva riportato ferite molto gravi ed era stata trasferita con l’elicottero del 118 all’ospedale: per fortuna poi si è ripresa ed è stata dimessa.

A seguito di quell’episodio, i proprietari dell’area in questione avevano fatto sapere al sindaco Luigi Fumagalli che avrebbero ulteriormente reso inaccessibile la fabbrica dismessa. Ciò che da anni cercano di fare anche i proprietari dell’ex Reggiani, in città, una delle zone dismesse preferita dai ragazzini che si cimentano nel parkour fai-da-te. L’ultimo dei numerosi blitz della polizia di Stato risale allo scorso sabato pomeriggio, ma in passato era intervenuta diverse volte anche la polizia locale, assieme alle guardie della Sorveglianza italiana: il 20 marzo, per esempio, erano stati sorpresi alcuni ragazzini che, alla vista degli agenti, si erano dati alla fuga abbandonando le loro biciclette. Sabato, invece, un equipaggio della Squadra volante della questura è riuscito a rintracciare nell’area – dismessa da una dozzina d’anni – sette minorenni, tutti residenti in città, intenti a fare parkour sui tetti. Dopo averli identificati, i poliziotti li avevano riaffidati ai genitori, oltre che sanzionati per aver violato la norma anticovid che vieta di uscire di casa senza un valido motivo (400 euro di multa, ridotti a 280 se pagata entro 5 giorni).

«In realtà è un fenomeno che va avanti da tanti anni e che con il Covid-19 si è acuito, con l’età di questi ragazzini che si abbassata – sottolinea Daniela Inghirani, rappresentante legale della società “Duca Visconti di Modrone” proprietaria di poco più della metà dei 90 mila metri quadri dell’ex Reggiani –. Purtroppo è una situazione indifendibile e non sappiamo davvero cosa fare: varie volte abbiamo chiuso i varchi, c’è la sorveglianza che controlla e negli anni abbiamo presentato varie denunce: all’interno ci sono state anche guerre con gli estintori e furti di rame. Sono situazioni molto tristi e di difficile soluzione, che abbiamo fronteggiato varie volte senza arrivare a capo di nulla». Dello stesso avviso l’imprenditore Francesco Manzi, proprietario dell’altra metà dell’area: «Probabilmente si tratta di ragazzi che sono chiusi in casa e che non sanno più cosa fare, benché l’area sia abbastanza sorvegliata. Abbiamo ceduto una parte al Comune e all’Atalanta per i parcheggi, ma devo dire che il fenomeno degli accessi abusivi c’è ovunque: c’era agli ex Mangimi Moretti e c’è in un’altra nostra area a Colognola. Effettueremo ulteriori interventi, ma si tratta di un problema generale di sicurezza, non può essere più il solo proprietario a intervenire. Va inoltre detto che siamo pronti a presentare al Comune, assieme alla società proprietaria dell’altra parte dell’ex Reggiani, un nuovo progetto di riconversione dell’area». Un’altra struttura dove diverse volte si sono introdotti dei ragazzini aspiranti «parkourer» è, manco a dirlo, l’enorme stabile di Azzano San Paolo mai completato e che avrebbe dovuto ospitare il mega «Centro servizi» regionale del ministero delle Finanze. Anche lì i giovanissimi si arrampicano sui piani della struttura e saltano all’interno dello scheletro in cemento, col rischio di incrociare spacciatori e malitenzionati.

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