La lettera: io, infermiere contagiato
«Quel sostegno e affetto durante le cure»

Una lettera che racconta di dolore, ma anche di speranza. Di profesionalità e attenzioni amorevoli. Ai tempi del coronavirus. L’ha scritta un ospite del Carisma.

«Sono un infermiere che lavora all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. In breve la mia storia. Il giorno 2 marzo scorso mi ritrovo febbricitante con febbre tosse ecc. ecc.

Rimango a casa il venerdì 6, tampone positivo e alla lastra primo focolaio a destra. Vengo rimandato al domicilio con antibiotico terapia. Il lunedì 9 ho una sincope con rilascio sfinterico, sicuramente una reazione vagale visto che avevo dissenteria, questo sarà un episodio molto rilevante quando giungerò presso la vostra struttura. A carponi e da sdraiato nella doccia, mia moglie mi lava.

Un collega con tutti i dubbi del caso viene mandato a fine turno a mettermi flebo plasil ecc.».

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