Martedì festa di Sant’Antonio: tradizioni
e bancarelle

Tradizioni. Nonostante il tramonto della civiltà contadina, la festa di Sant’Antonio abate, che ricorre martedì 17 gennaio, si mantiene ancora molto viva nella chiesa-cappella vescovile dei Santi Marco e Maria, in via Locatelli, nota anche come chiesa di Santa Rita.

Sull’altare maggiore della chiesa, affidata alle cure della parrocchia di Sant’Alessandro della Croce, sarà esposta una grande statua del santo, alta ben tre metri, probabilmente scolpita verso la fine del 1700. La festa di quest’anno vede una novità: domenica 22 gennaio, per la prima volta, la parrocchia proporrà un pranzo in oratorio come segno di condivisione (ore 12,30; 28 euro a persona, prenotazioni entro il 19 nelle sagrestie o al numero 333.2329250).

Sant’Antonio da sempre è invocato come protettore dei lavori nei campi e degli animali e contro le malattie, come l’herpes zoster, noto come «fuoco di Sant’Antonio». È invocato anche per ritrovare oggetti smarriti. Intorno alla sua festa si sono cementate tradizioni molto care alla gente, come la benedizione di animali e veicoli e la vendita delle castagne affumicate, i «biligòcc». Vissuto tra il 251 e il 356 in Egitto, era un eremita del deserto, che abbandonava periodicamente per soccorrere gli infermi e istruire i cristiani nella fede. L’immaginetta più nota ritrae il santo circondato da animali da cortile.

Questo il programma della festa (possibilità di Confessioni nell’intera giornata): Messe alle 7,30, 8,30, 10 (solenne, presiede il parroco don Pietro Biaggi), 13, 17 e 18,30. Benedizione di veicoli, sale e animali dalle 7 alle 19. Per tutta la giornata, le tradizionali bancarelle sul Sentierone.

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