Memoria di ferro e spirito gentile
Redona dice addio al «Brito»

È morto venerdì 10 gennaio, Fulvio Cantini, 59 anni, conosciuto da tutti come Brito, abitava dal ‘72 a Redona di cui era diventato un simbolo.

È stato l’angelo custode di migliaia di ragazzi del quartiere, in completa simbiosi con il suo motorino che guidava con maestria innata, li accompagnava fino a casa affiancandoli a passo d’uomo. Brito, quasi nessuno conosceva il suo vero nome, era un personaggio caduto dal cielo, da un altro mondo, aveva sempre un sorriso per tutti, per oltre 40 anni ha visto crescere il quartiere ma lui è rimasto sempre uguale a sé stesso, senza età; un punto di riferimento, soprattutto per i giovani che amava e con cui stava sempre, forse perché non aveva mai perso il suo animo bambino.

Una memoria da «Rain Man», sapeva segno zodiacale e data di nascita di tutti, bastava dirglieli una volta e lui se li sarebbe ricordati per sempre, anche se ti incontrava dopo 30 anni. Su Brito si narrano molte leggende, come è consuetudine per i personaggi come lui, definiti «strani», ma che in realtà rifuggono solo da qualsiasi definizione. Si narra che ai tempi in cui era ragazzo per evitare la Naia, da perfetto spirito libero e imprevedibile quale era, si fosse asserragliato sulla Maresana. D’altronde la violenza non era nel suo dna, come lo era invece la gentilezza e la bontà. Parlava poco ma creava neologismi e modi di dire che diventavano di moda tra i ragazzi del quartiere. Ti si avvicinava con aria da esperto e con le e con le dita della mano ti misurava le orecchie esclamando «magiaro». Redona era Brito e Brito era Redona. Senza di lui il quartiere sarà diverso, molto più vuoto, molto meno umano.

Dopo l’ictus che lo aveva colpito a giugno dell’anno passato, Fulvio, che non riusciva più a camminare, era ricoverato al Centro don Orione dove il suo cuore ha smesso di battere nella mattinata di venerdì 10 gennaio.

I funerali si terranno lunedì 13 gennaio alle 14,30 nella parrocchiale di Redona mentre la camera ardente è stata allestita al don Orione.

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