Mercoledì delle Ceneri
Il rito con il Vescovo in Cattedrale

Tempo di conversione, preghiera, penitenza, magro e digiuno in preparazione alla Pasqua. Tempo anche di rinnovata attenzione alla carità verso antiche e nuove povertà e ai bisogni delle missioni diocesane.

È il significato e insieme il cammino della Quaresima che inizia nel Mercoledì delle Ceneri, così denominato perché sul capo dei fedeli vengono imposte le ceneri (segno della volontà di pentirsi, convertirsi, rinnovare la vita cristiana) mentre il celebrante pronuncia una formula di ammonimento scegliendo fra due possibilità: «Ricordati uomo che sei polvere e polvere tornerai», oppure «Convertiti e credi al Vangelo».

Mercoledì sera in Cattedrale, alle 20,30 il vescovo Francesco Beschi presiederà la Messa con il rito dell’imposizione delle Ceneri sul capo dei fedeli e sugli altri sacerdoti concelebranti (per le norme anti Covid, i posti saranno contingentati). La Quaresima è uno dei tempi forti dell’anno liturgico. Dura quaranta giorni e prepara alla Pasqua di Risurrezione e rimanda al tempo dei quaranta giorni vissuti da Gesù Cristo nel deserto dopo il suo Battesimo al fiume Giordano e prima del suo ministero pubblico.

La Quaresima termina con la Veglia pasquale del Sabato Santo, preceduta dalla Settimana Santa. Un altro segno quaresimale è il ritagliarsi con più convinzione uno spazio per la preghiera personale e comunitaria. La penitenza esprime la volontà di ricercare una vita più sobria, oppure privarsi di qualcosa per il Signore e i fratelli. Il digiuno e il magro, nei giorni prescritti dalla Chiesa, esprimono sempre un segno di penitenza. La carità in Quaresima deve, inoltre, essere più convinta in favore delle povertà.

Sempre mercoledì, dalle 13,30 alle 14, con l’imposizione delle Ceneri da parte del vicario generale monsignor Davide Pelucchi, nella chiesa parrocchiale delle Grazie riprendono i momenti di preghiera per i lavoratori proposti da Acli Bergamo, che si terranno da venerdì prossimo 18 febbraio (sempre dalle 13,30 alle 14) e vedranno alternarsi le riflessioni di don Davide Rota, superiore del Patronato, e di don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale sociale, per concludersi il 2 aprile con il vescovo Francesco Beschi.

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