Porto d’armi, stretta della Prefettura
Dimezzate le licenze per difesa personale

Nel 2016 le domande presentate sono state 335, ma solo 134 i permessi rinnovati. Nel 2015 furono 273 Via Tasso: «Non è un diritto acquisito, approfondiamo caso per caso». Le statistiche: nessuno l’ha mai usata.

In città e provincia nel 2016 le autorizzazioni del porto d’armi rinnovate sono calate della metà, i dinieghi al rinnovo sono leggermente aumentati, le richieste pendenti, quelle cioè in attesa di una risposta, sono quasi quadruplicate rispetto all’anno prima. «Il rinnovo del porto d’armi non è un diritto acquisito, automatico per il solo fatto di avere la licenza da anni. Vogliamo approfondire caso per caso, il lavoro di valutazione discrezionale è in corso», spiega Antonio Naccari, dirigente reggente dell’Area I Bis per l’ordine e la sicurezza pubblica della Prefettura, che stabilisce quante licenze di porto di pistola per difesa personale possono essere rilasciate, rinnovate, negate a Bergamo e provincia.

Ma i numeri del 2016 forniti dalla stessa Prefettura sulle licenze di porto di pistola dicono che nella Bergamasca circolano meno armi private per difesa personale rispetto agli ultimi anni. Se non si tratta di una morsa, siamo almeno a una stretta. Lo confermano i dati aggiornati al 15 dicembre dell’anno scorso. Non è il numero totale delle richieste presentate a indicare il cambio di direzione. Dal 2012 al 2015 le richieste oscillano tra 350 e 380 circa, con la sola eccezione del 2013, quando rimasero sotto quota 300. Le 335 richieste presentate nel 2016 sono perciò in linea con l’andamento degli ultimi anni.

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