Riscuotevano i tributi e se li intascavano
Bergamo, 16 Comuni chiedono i danni

Tributi regolarmente pagati dai cittadini da centinaia di Comuni di mezza Italia e fatti sparire dagli esattori di turno. Sedici Comuni bergamaschi nel mirino: i soldi usati pure per un ranch negli Usa.

Tributi regolarmente pagati dai cittadini a centinaia di Comuni di mezza Italia e fatti sparire dagli esattori di turno. No, in questo caso Equitalia non è la cattiva di turno. C’entra invece Aipa, che sta per Agenzia italiana per pubbliche amministrazione, fino a cinque anni fa la più grande società privata di riscossione di tributi in nome e per conto degli enti locali (in primis, per le affissioni pubblicitarie), ora accusata di aver fatto sparire oltre un centinaio di milioni di euro. E c’entra anche Mazal Global Solutions, vale a dire l’azienda che ha preso il posto della prima e alla quale nel 2015 fu rivenduto il contratto per la riscossione dei tributi.

Ieri, nel processo milanese per bancarotta fraudolenta e peculato che coinvolge titolari, consiglieri di amministratori e sindaci delle due società di riscossione coinvolte dal crac, il gup Guido Salvini ha ammesso alla costituzione di parte civile di oltre un centinaio di Comuni danneggiati in maniera più o meno consistente. Tra gli enti locali creditori che ora chiedono i danni ce ne sono 16 della provincia di Bergamo, a cominciare dal Comune di Bergamo che ha quantificato in più di 50.400 gli euro raccolti per le affissioni in città e poi fatti sparire. Su L’Eco i nomi dei Comuni coinvolti.

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