San Vigilio piange Antonietta
Addio alla «mamma del Baretto»

Testa bassa, l’energia di una donna che ha lavorato tutta la vita, che sapeva cosa significava fare fatica. Ma mai un lamento, c’era sempre da fare, e sempre con la fiducia nelle proprie capacità e nella vita.

Un pezzo della storia del commercio e della ristorazione bergamasca se ne è andata nelle prime ore di sabato 21 marzo. Antonietta Giassi Acquaroli è morta a 93 anni , conosciuta per aver gestito con il marito, negli anni Sessanta, il Ristorante Tito, a Colognola, e poi per aver avviato e portato avanti il Baretto di San Vigilio. «Ha cresciuto quattro figli da sola - ricorda la figlia Mariarosa Acquaroli -: nel 1973 mio padre è venuto a mancare e lei, a 46 anni, lavorava al Baretto e pensava alla famiglia». Con un insegnamento che non dimenticano Mariarosa, titolare dei negozi di abbigliamenti Città di Babilonia e Marella, Beppe, titolare del Baretto di San Vigilio,

Fabio, fondatore dell’Acquaroli Ricevimenti e Cristina, di Preziosità gioielli: «Era la “mamma del Baretto” - ricorda Beppe -. Tutta Bergamo è passata per il suo locale. Per lei c’era il lavoro, la chiesa, la famiglia e quel pezzo di Bergamo che amava alla follia. Lo chiamava il “suo angolo di paradiso”».

Donna volitiva: «Orgogliosa della sua anima di commerciante. Lo diceva sempre con fierezza» ricorda Beppe e Mariarosa aggiunge: «Ha aiutato tutti noi all’inizio delle nostre attività: ci ha sempre stimolato, credendo in noi, la sua forza era la famiglia e alle cene, quando ci riunivamo tutti, a capotavola metteva una rosa bianca: era il posto di nostro padre Tito».

Grande la commozione per una donna molto attenta al suo territorio: «Molto religiosa, era parte del gruppo del Rinnovamento dello Spirito, con don Maurizio Rota Scalabrini padre spirituale. Antonietta ha sempre aiutato la sua comunità, sempre in silenzio. Abbiamo saputo dopo anni che per esempio andava a cucinare ai bambini e che faceva opere di bene che le non ci hai mai raccontato» continua Mariarosa.

Testa bassa, mamma Antonietta e un insegnamento importante: «Ci ha sempre detto che Dio ci aveva dato dei talenti e che bisognava farli fruttare, non seppellirli». Per vivere con fierezza nella «sua Bergamo: diceva che “era bèla” - continua la figlia - e che viveva grazie al commercio. Un giorno ci ha detto: “Il commercio si ammala, ma non muore mai”». Una frase che ora è un monito: «Quando finirà questo dolore, torneremo ai nostri talenti» dice Mariarosa. Proprio come voleva mamma Antonietta.

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