«Strumentali le dimissioni di Cristini
Può inquinare le prove e ripetere i reati»

Inchiesta Fiera di Bergamo. Nelle motivazioni con cui ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari il Riesame conferma l’ipotesi di peculato. «Personalità del tutto sprezzante della legalità»

Sì all’ipotesi che si tratti di peculato, no alla richiesta di revoca dei domiciliari. Ma il punto cruciale è perché. L’ordinanza con la quale il Riesame di Brescia ha rigettato il ricorso di Stefano Cristini, ai domiciliari con l’accusa di peculato per essersi intascato 140 mila euro di falsi rimborsi spese di alcuni dipendenti, sembra quasi un sillogismo.

Non c’è dubbio, scrive il Riesame motivando il rigetto del ricorso, che «all’indagato debba essere riconosciuta la qualifica di incaricato di pubblico servizio: non si richiede che l’attività svolta sia direttamente imputabile a un soggetto pubblico, essendo sufficiente che il servizio realizzi finalità pubbliche», e non c’è dubbio che l’ente fieristico Promoberg, promuovendo attività per lo sviluppo economico, sociale e culturale dei settori imprenditoriali, come risulta dallo statuto, abbia finalità che rientrano «nella nozione di servizio pubblico».

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