Trovato morto in casa a 36 anni
«Ciao Pieri, ci mancherai»

Era appena tornata dal lavoro la madre di Pierangelo Ceribelli e, vedendo che il figlio alle 11 di venerdì mattina era insolitamente ancora a letto, ha provato a svegliarlo, senza ricevere alcuna risposta. A quel punto, preoccupata, ha chiamato i soccorsi che sono arrivati pochi minuti dopo. Inutili purtroppo i tentativi di rianimarlo: era già deceduto, a soli 36 anni.

Non è ancora chiara la causa della morte: proprio per questo lunedì verrà eseguita l’autopsia. Negli ultimi giorni – stando al racconto dei familiari – sembra che Pierangelo lamentasse un forte mal di testa. Ancora però da stabilire un eventuale nesso con il drammatico epilogo. Pierangelo Ceribelli abitava in via Pietro e Maria Curie, quartiere Loreto, in un appartamento al civico 6 insieme ai genitori Francesco e Gabriella Bonacina. Da circa tre anni non aveva un’occupazione fissa, ma svolgeva lavori saltuari, l’ultimo dei quali è stato il guardiano notturno al Polaresco. Alcuni anni fa aveva lavorato alla «Nolan», nota azienda di caschi, e alla «Eliberg», ditta di elettrodomestici. «Era una persona di buon cuore, disponibile con tutti ed aveva un carattere forte. Non aveva alcuna patologia: la sua morte ci ha davvero sconvolto», sono le parole dello zio Attilio Donadoni. Pierangelo era un grande appassionato di calcio, in particolare dell’Atalanta, la sua squadra del cuore, che seguiva regolarmente allo stadio. Conosciuto da tutti come «il Pieri», da tre anni aveva anche deciso di apportare il suo contributo alla «Unione Italiana Sport Per Tutti (Uisp)», prima come giocatore, poi allenatore e infine dirigente.

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