Variante inglese, riunione urgente Ue
L’allerta non ferma la corsa del vaccino

Coronavirus, la presidenza tedesca dell’Ue ha invitato gli stati membri ad una riunione urgente dell’Ipcr, il meccanismo di gestione politica delle crisi, lunedì 21 dicembre. Speranza: massima prudenza. Gli esperti d’accordo: «La sua efficacia non cambia».

La presidenza tedesca dell’Ue ha invitato gli stati membri ad una riunione urgente dell’Ipcr, il meccanismo di gestione politica delle crisi, lunedì 21 dicembre alle 11. L’incontro ha il fine di coordinare la risposta dell’intera Ue alla variante del Covid 19 identificata nel Regno Unito. Lo ha detto il portavoce della presidenza tedesca Sebastian Fischer su Twitter. Dopo la scoperta di una variante inglese del Covid-19 si allunga la lista dei paesi che chiude agli arrivi dal Regno Unito, compresa l’Italia: la decisione è stata presa ora anche da Canada e Arabia Saudita.

È stata avviata allo Spallanzani di Roma la procedura per l’isolamento della sequenza del virus per verificare la cosiddetta variante inglese. Lo rende noto l’Unità di Crisi del Lazio. Gli accertamenti saranno fatti sul test eseguito su un passeggero sbarcato ieri a Fiumicino e positivo al tampone. Sono 351 i passeggeri arrivati a Fiumicino dal Regno Unito. Uno confermato positivo al tampone molecolare.

«Non dobbiamo cominciare a creare problemi e dubbi sul vaccino, ieri sera Locatelli ha fatto una affermazione rigorosa come ha fatto lo stesso Palù. Tutti concordano nel dire che il vaccino è efficace e deve essere fatto, dobbiamo andare tutti convinti verso una stagione di vaccinazione di massa. È fondamentale che ci sia una concertazione europea, finalmente si muove tutta insieme». Lo ha detto il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo ad Agorà su Rai3. Il riferimento è alle parole di Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, a Che tempo che fa: «Anche se ci sono mutazioni come quelle segnalate prima in Gb e poi in altre aeree è altamente improbabile che si perda l’efficacia del vaccino. Davvero la risposta per uscire da questa situazione è il vaccino sia per il profilo di sicurezza che per l’efficacia».

È allerta massima da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla variante inglese del Sars-Cov-2. Ma, anche se è ancora presto per dirlo con certezza, le mutazioni individuate sono presenti in zone ben delimitate della proteina Spike del virus e sembra che non avranno impatto sull’efficacia dei vaccini. La linea condivisa tra gli scienziati tende a tranquillizzare sulle possibili conseguenze pratiche della nuova variante per la campagna vaccinale ai nastri di partenza, tanto più che, anche nella peggiore delle ipotesi, si tratterebbe di aggiornarne la composizione e non di ricominciare da capo. Ma la linea scelta dei Governi dei Paesi europei, a fronte della nuova minaccia, è quella della precauzione con lo stop dei voli dalla Gran Bretagna deciso dall’Italia e in seguito anche da Olanda, Francia e Germania.

Individuata anche in Danimarca, Australia e Olanda la nuova variante di coronavirus «è preoccupante e dovrà essere approfondita dai nostri scienziati. Nel frattempo, scegliamo la strada della massima prudenza», ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza, che ha firmato la nuova ordinanza che blocca i voli in partenza dalla Gran Bretagna. La nuova variante sembra essere più contagiosa ma non più letale di altre fino ad oggi individuate, precisa un portavoce dell’Oms Europa, tuttavia, «le informazioni preliminari» suggeriscono che «potrebbe anche incidere sull’efficacia di alcuni metodi diagnostici».

Non altrettanto però si può dire per i vaccini. I virus, spiega Giacomo Gorini, ricercatore dello Jenner Institute dell’università di Oxford, che sta lavorando con AstraZeneca allo sviluppo e alla sperimentazione del vaccino contro il Covid-19 mutano naturalmente, «ma ci sono quelli che lo fanno più velocemente (come HIV e HCV), e quelli che lo fanno più lentamente. I coronavirus, sono relativamente molto lenti ad accumulare mutazioni, e questa è in generale una buona notizia per i vaccini: con la vaccinazione infatti, vengono stimolati ’cocktail’ di anticorpi che bersagliano la proteina Spike su più fronti».

Nel caso della variante inglese, ad esempio, spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, «la variazione corrisponde a 23 nucleotidi del genoma e questo porta il virus ad aggredire meglio i recettori Ace 2, con migliore affinità». Tuttavia aggiunge, «la variante inglese del Sars-Cov-2 non dovrebbe sfuggire alla protezione della vaccinazione. Questo è dovuto al fatto che gli anticorpi promossi dal vaccino hanno un bersaglio su diversi punti della proteina Spike che si trova sulla superfice del virus, quindi anche se qualche piccola parte della Spike si modifica, viene comunque riconosciuta». Nella peggiore delle ipotesi però, conclude Pregliasco, «non sarebbe un dover ricominciare da zero con la sperimentazione ma fare un aggiornamento della composizione del vaccino, in modo simile a quanto avviene ogni anno con quello influenzale».

Il parere degli scienziati, già al lavoro per confrontare il potere neutralizzante degli anticorpi di persone vaccinate contro il virus «normale» e la nuova variante, per vedere se ci sono grossi cambiamenti, è per ora condiviso anche a livello internazionale. «Non ci sono motivi per ritenere che i vaccini non saranno efficaci», rassicura infine Vivek Murthy, il prossimo direttore generale della Sanità Usa, scelto dal presidente eletto Joe Biden.

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