«Vivere in fondo, non a metà» - foto
Gmg, la lunga notte di Cracovia - video

A Cracovia queste sono le ore dell’attesa: ci si prepara alla lunga notte di veglia della Gmg con Papa Francesco al Campus Misericordiae, fino alla Messa finale di domenica mattina.

Raccolti intorno alla croce con emozione i giovani - accampati sul prato con materassini e sacchi a pelo - aspettano di attingere dalle parole del Papa e dalla preghiera condivisa la forza di tornare a casa cambiati per «vivere fino in fondo e non a metà», come lui stesso li ha invitati a fare.

L’atmosfera qui è carica di un entusiasmo contagioso, che davvero contiene un inaspettato potere di trasformazione. Ce lo racconta don Michele Falabretti, bergamasco, responsabile del Servizio di Pastorale giovanile della Cei, che in questi giorni ha ospitato migliaia di pellegrini nel grande «oratorio» di Casa Italia, luogo di accoglienza e d’incontro: «Ho visto ragazzi che sono partiti con grande scetticismo e adesso invece scrivono ai loro genitori “io prego per voi”. Non dicono ho trovato la fede, ma proprio prego per voi, che è una cosa straordinaria».

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/le-interviste-in-questa-serata-di-veglia_1027157_44/

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/a-cracovia-sabato-30-luglio_1027156_44/

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/lintervista-a-don-emanuele-poletti_1027155_44/

Una volta tornati a casa, cosa resterà? «Ci resta un debito da pagare come adulti e come Chiesa di Bergamo - conclude don Emanuele Poletti, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale dell’età evolutiva -. Non dobbiamo permettere che questa esperienza così intensa vada persa. Tornati a casa bisogna essere pronti ad accompagnare i ragazzi nella vita quotidiana perché la misericordia diventi una buona prassi, senza l’ansia di fare chissà che cosa, in questo il Papa ci dà l’esempio: cercare gesti semplici e convincenti, parole autentiche e capaci di toccare il cuore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA