I Galliari e l’Innominato aprono le porte
Un tour alla riscoperta dei palazzi nobili

Visite alle dimore Visconti a Brignano, Gallavresi a Caravaggio, Giavazzi a Verdello e in centro a Treviglio.

Dai palazzi dove vissero i fratelli Galliari, nel cuore di Treviglio, a quello in cui abitò, a Brignano, secondo la tradizione, Bernardino Visconti, l’Innominato di manzoniana memoria, passando per le nobili dimore che oggi ospitano le sedi dei Comuni di Caravaggio e Verdello. Edifici pubblici e privati che racchiudono nelle loro mura e nei loro affreschi la storia del passato della Gera d’Adda. Ma che spesso è difficile visitare con attenzione e accompagnati da una guida ben informata. Ebbene, ora l’occasione c’è e il merito va alla Pro loco di Brignano e all’ufficio Iat (Informazioni e accoglienza turistica) di Treviglio che, con il patrocinio dei Comuni di Caravaggio, Verdello, Treviglio e Brignano, hanno organizzato la rassegna «Andar per dimore antiche e nobili palazzi».

Tre gli appuntamenti in programma, per altrettante domeniche da vivere all’insegna della riscoperta del territorio della Bassa occidentale e del suo passato di storia e arte, racchiuso ancora oggi nelle mura di palazzi che, già dall’esterno, mostrano tutta la loro imponenza e maestosità. Il primo giorno di apertura sarà domenica. Seguiranno poi ulteriori due appuntamenti nelle domeniche del 18 di ottobre e del 15 di novembre. Sei in tutto gli edifici visitabili: i tre palazzi Galliari dell’omonima via di Treviglio, palazzo Visconti di Brignano, palazzo Gallavresi di Caravaggio e villa Giavazzi a Verdello.

Questi ultimi tre edifici sono forse quelli già più noti – ma non per questo visitati di frequente – da chi vive nel territorio, perché ospitano gli uffici municipali dei tre comuni. Forse a essere meno noti sono invece i tre palazzi detti Galliari, situati nel cuore di Treviglio, lungo la strada che collega piazza Manara, dove sorgono la basilica di San Martino e il municipio, con l’attuale piazza del Popolo, già sede di Porta Torre, una delle quattro porte che anticamente rappresentavano gli accessi all’antico borgo trevigliese.

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