L’arte racconta il Natale
Le Natività da riscoprire

Le giornate di festa possono diventare un’occasione per riscoprire i capolavori d’arte del nostro territorio: quelli meno conosciuti, ma comunque bellissimi. Ecco un percorso a pochi passi dalla città attraverso alcune tele che raccontano il Natale.

Le giornate di festa possono diventare un’occasione per riscoprire i capolavori d’arte del nostro territorio: quelli meno conosciuti, ma comunque bellissimi. Ecco un percorso a pochi passi dalla città attraverso alcune tele che raccontano il Natale, dalla piccola chiesa del Santuario del Monte Zuccarello di Nembro, che custodisce una Natività di Enea Salmeggia alle tele «gemelle» del Ceresa nella chiesa di San Giorgio Martire di Nese, fino all’adorazione dei Magi del Cavagna ad Alzano Lombardo.

Mai come a Natale siamo soliti ancorarci stabilmente su divani, poltrone e sedie attorno ad un tavolo. Si riscopre così il piacere della lentezza, che a Natale ci si regala tutti, ma forse regalo ancor più bello sarebbe la possibilità di aprire gli occhi alla bellezza con un muoversi che non è la solita corsa verso le fatiche quotidiane.

Nelle nostre chiese restano spesso dimenticate, o non osservate da tutti gli occhi che meriterebbero, alcune splendide opere, alcune delle quali ci raccontano il Natale. Iniziamo il cammino, dunque, dalla piccola chiesa del Santuario del Monte Zuccarello collocato su un’altura, facilmente raggiungibile, appena sopra Nembro.

La chiesa accoglie, nella cappella laterale di destra, una bella Natività di Gesù di Enea Salmeggia, anticamente collocata sopra l’altar maggiore e realizzata intorno agli anni venti del ‘500. L’opera, non realizzata per il santuario ma ceduta poi da un benefattore, ci mostra l’episodio della nascita con una composizione calcolata e ben studiata, secondo tutti i dettami accademici cinquecenteschi, ma resa familiare da una marcata descrizione dei dettagli più intimi del momento. Nella solennità dell’evento, segnalato dall’aprirsi dei cieli, cogliamo nei gesti la cura e la dolcezza della madre che copre la creatura generata con amorevole contemplazione, lo stupore e l’orgoglio del padre, la meraviglia e lo sconcerto di un pastore nel trovarsi di fronte ad una grandezza tanto fragile. Un’opera che, «nella maniera di dipingere e colorire, di pochi pari» del Salmeggia, ci mostra una versione confidenziale e quotidiana dell’evento.

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http://www.santalessandro.org/2013/12/nativita-scoprire/

Laura De Vecchi

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