Parroco ideale, identikit impossibile

Don Giacomo Panfilo nella sua rubrica «Diario di un prete» sul settimanale diocesano www.santalessandro.org si cala nei panni del parroco di Belsito e traccia un gustoso ritratto del parroco ideale. Ma esiste poi?

Don Giacomo Panfilo nella sua rubrica «Diario di un prete» sul settimanale diocesano www.santalessandro.org si cala nei panni del parroco di Belsito e traccia un gustoso ritratto del parroco ideale. Ma esiste poi?

Le discussioni sull’identità del prete nella Chiesa di oggi sono ormai una costante sui media sia religiosi che «laici» con l’intento di spiegare la sua scarsa incisività nell’azione pastorale e le conseguenti, inevitabili sue crisi personali.

«Dal mio orticello di Belsito oso mettere anch’io sul tappeto il mio contributo, intendiamoci, puramente e modestamente interlocutorio. Non è altro che l’editoriale del notiziario parrocchiale in occasione del mio ingresso a Belsito diversi anni fa. Ed è un libero rifacimento d’un articolo che avevo letto poco prima da qualche parte».

NESSUNO È CONTENTO DI NESSUNO

«Il parroco è una persona pubblica. Come il sindaco. Come il maresciallo dei carabinieri. E su di lui, come su ogni persona pubblica, tutti hanno la tendenza perfettamente naturale ad esprimere il loro giudizio. Nella Chiesa stessa i liberi figli di Dio hanno il diritto di dire la loro, anche molto criticamente, sul parroco. sul Vescovo e anche oltre».

«Secondo una simpatica espressione di Mons. Clemente Gaddi, Vescovo di Bergamo dal 1963 al 1977, nella Chiesa c’è il diritto al mugugno. Però quasi sempre succede che sulle persone e sulle cose pubbliche i pareri sono millanta che tutta notte canta e quindi è praticamente impossibile tracciare l’identikit del parroco ideale».

«Infatti: Se il parroco è giovane, è un pivello senza esperienza; se è anziano, è superato, da rottamare. Se è grasso, è evidentemente godereccio; se è magro, chissà, potrebbe avere qualche magagna. Se porta la talare, è ancora al Concilio di Trento; se veste in borghese è troppo moderno. Se è lungo a Messa, «rompe»; se è troppo sbrigativo, è un superficiale che non crede a quello che fa. Se è sempre in giro per il paese, è un gironzolone; se sta ritirato, è un misantropo. Se si butta nel sociale, è un sinistrorso; se sta sullo spirituale, è un santificetur fuori del mondo. Politicamente, se non sostiene il mio partito, vuol dire che sta con gli altri; se non sta con nessuno, è peggio di Pilato; se sta con tutti, è un opportunista e un qualunquista».

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