Un minuto con Dante
«Miserere di me»

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altro verso dell'Alighieri: «Quando vidi costui nel gran diserto,/ "Miserere di me", gridai a lui,/ qual che tu sii, od ombra od omo certo!»

MISERERE DI ME!

IF I, 64 Ss.


Quando vidi costui nel gran diserto,
«*Miserere* di me», gridai a lui,
«qual che tu sii, od ombra od omo certo!».


L'idea di far accompagnare l'eroe da una guida è presente in molte opere letterarie, fin dall'antichità.
Più l'impresa è impegnativa e pericolosa più le indicazioni della guida sono importanti, affinché il protagonista porti a termine la sua missione. Nell'Odissea omerica Ulisse, nei momenti salienti del suo viaggio, si avvale dell'assistenza degli dei che gli si mostrano in sembianze umane.

Nell'Eneide virgiliana è la Sibilla ad accompagnare Enea nell'Ade. Nella Divina Commedia Dante viene assistito da Virgilio che lo accompagnerà nell'Inferno e sulla montagna del Purgatorio, dove cederà il posto a Beatrice. Negli ultimi tre canti del Paradiso entra in scena San Bernardo, il grande mistico del Medio Evo, con il compito di intercedere per Dante presso Maria ed ottenere per il pellegrino la grazia della visione beatifica.

Ma nella Commedia il ruolo delle guide è importante anche sotto un altro aspetto: quello di fare da specchio al protagonista e mettere in risalto la sua graduale maturazione, verso l'acquisizione progressiva dell'autonomia. Man mano questa aumenta, si ridimensiona fino a scomparire il ruolo e l'importanza della guida.

Qualcosa del genere succede anche ai genitori con i figli e agli educatori con i loro discepoli. Lo stesso Giovanni il Battista dirà in modo inequivocabile: «Oportet me minui ut aliud crescat», «È necessario che io diminuisca affinché egli cresca».

Enzo Noris

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