Un minuto con Dante
«Noi leggiavamo un giorno»

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altra terzina dell'Alighieri: «Noi leggiavamo un giorno per diletto».

 

NOI LEGGIAVAMO UN GIORNO

IF V, 127 ss.


«Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante»
.

Proseguendo il dialogo commovente con Paolo e Francesca, Dante vuole sapere come sia possibile che l'amore, questa forza così entusiasmante e positiva che proviamo dentro, possa condurre ad esiti così tragici e dolorosi. Francesca racconta che un giorno i due amanti, appartati, stavano leggendo la storia di un'altra coppia di amanti adulteri Lancillotto e Ginevra e, spinti dalla passione, si baciarono interrompendo la lettura.

Oltre ad una riflessione sul fascino che certa letteratura esercita sulle anime più sensibili e suggestionabili (come succede a volte oggi a proposito della TV e del Cinema che spingono ad emulare modelli di comportamento non sempre positivi), Dante vuole farci capire come sia necessario passare da una concezione dell'amore passionale ed erotico ad un amore maggiormente rispettoso della nostra persona, più responsabile e meno soggetto all'istintualità; soprattutto quando uno dei due ha già assunto in un precedente legame un impegno per la vita.

Dante allude anche ad una sua «conversione» poetica: da una poesia dell'amore cortese come ludus, divertimento egoistico e superficiale, ad una poesia ispirata dall'Amore, di cui L'Amore - con la A maiuscola - è l'oggetto e la fonte.

Enzo Noris

© RIPRODUZIONE RISERVATA