Un minuto con Dante:
Che il tempo non passi perduto

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altro verso di Dante Alighieri: Così 'l maestro; e io «Alcun compenso», dissi lui, «trova che 'l tempo non passi perduto». Ed elli: «Vedi ch'a ciò penso».

CHE IL TEMPO NON PASSI PERDUTO

IF XI, 10 ss.


«Lo nostro scender conviene esser tardo,
sì che s'ausi un poco in prima il senso al tristo fiato;
e poi no i fia riguardo».

Così 'l maestro; e io «Alcun compenso»,
dissi lui, «trova che 'l tempo non passi perduto».
Ed elli: «Vedi ch'a ciò penso».

Lasciate le tombe infuocate dove giacciono gli eretici, Dante e Virgilio raggiungono l'orlo di un dirupo che separa il sesto dal settimo cerchio. Dal fondo della scarpata sale una puzza nauseabonda, insopportabile. Occorre che l'olfatto si abitui al fetore: è proprio vero che col tempo ci si abitua anche alle cose peggiori.

Per ingannare l'attesa, Dante chiede a Virgilio di sfruttare il tempo utilmente, affinché non lo si perda: il discepolo si è fatto più volenteroso e zelante, prende l'iniziativa anticipando il maestro. Il suo infatti non è un viaggio vissuto passivamente, dal di fuori, ma un pellegrinaggio che richiede un coinvolgimento interiore, va agito in prima persona, da protagonista. Virgilio non si lascia cogliere impreparato, del resto è lui la guida e tocca a lui descrivere al discepolo non solo le tappe successive del viaggio ma addirittura l'ordinamento morale dell'Inferno, ordinato sulla base dell'Etica Nicomachea di Aristotele.

Dopo gli incontinenti seguono i violenti, suddivisi in violenti contro il prossimo ed i suoi averi, contro se stessi, contro Dio, natura ed arte; poi vengono i fraudolenti, cioè coloro che ingannano chi non si fida ed infine i traditori, coloro che ingannano chi si fida.

Enzo Noris

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