Dalla Sicilia nuova vita a Seriate
Lara Cardella vive a Bergamo

Da ragazzina Lara Cardella aveva già uno spirito indipendente e libero come dice il titolo del suo romanzo più famoso, «Volevo i pantaloni», scritto a 19 anni, in cui descriveva le vicende di una ragazza nella Sicilia maschilista di fine anni '80.

Da ragazzina Lara Cardella aveva già uno spirito indipendente e libero come dice il titolo del suo romanzo più famoso, «Volevo i pantaloni», scritto a 19 anni, in cui descriveva le vicende di una ragazza nella Sicilia maschilista di fine anni '80. Un libro che ha fatto il giro del mondo, vendendo due milioni di copie, ed è diventato un film. Ripetere lo stesso successo non era facile, ma Lara ha comunque coronato il suo sogno di fare la scrittrice anche «da grande». La sua ultima fatica è «131 km/h» (Barbera), un romanzo on the road, in cui racconta il viaggio di due donne, un'insegnante quarantenne e una delle sue studentesse. La prima a caccia della sua «seconda vita», la seconda in fuga da una realtà soffocante.

Dalla finzione romanzesca, il viaggio di Lara Cardella è diventato reale: da Sud a Nord, dalla Sicilia alla Lombardia. La scrittrice ha scelto infatti di stabilirsi a Bergamo, anzi, a Seriate, dove ha già insegnato lettere in passato. «Il viaggio – spiega – è sempre qualcosa di reale e metaforico insieme. Si parte per andare in un posto migliore. Ma se non si scopre davvero quello che si è, si può fuggire ovunque ma è come se si rimanesse sempre nello stesso luogo. È quello che succede alla protagonista più giovane del mio romanzo: non avendo esperienza della vita, il viaggio non le servirà a nulla».

Lara Cardella spiega il perchè di Bergamo: «Ci ero già stata cinque anni fa, avevo insegnato all'istituto Pesenti in città e in una scuola superiore a Seriate. Mi ero trovata benissimo. E poi proprio all'ospedale di Seriate i medici sono riusciti finalmente a risolvermi un fastidioso problema all'udito che prima credevo fosse incurabile. Penso fra l'altro che sia arrivato il momento giusto per trasferirmi perché mio figlio ormai è grande, ha 21 anni. Adesso mi sento più libera ». E aggiunge sulla nostra città: «Sono molto riservata, e Bergamo è una città adatta a chi ama vivere così, per conto suo, perché la gente non interferisce mai troppo nel tuo privato. C'è una grande discrezione che per me è una forma di rispetto. Non mi sono mai sentita guardata come "una strana", come mi è accaduto altrove. In passato comunque mi sono trovata benissimo anche a Roma, e credo che non sia tanto una questione di Nord o Sud ma di momenti della vita».

Leggi tutta l'intervista su L'Eco di Bergamo del 30 luglio

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