I «Teatri Civili» al Sociale:
s'interrogano le coscienze

Prosegue al Teatro Sociale la stagione de La casa delle arti. Novità inserita nel cartellone di quest'anno, la rassegna Teatri Civili interroga le nostre coscienze sul disagio che caratterizza determinati aspetti della società contemporanea.

Prosegue al Teatro Sociale la stagione de La casa delle arti. Novità inserita nel cartellone di quest'anno, la rassegna Teatri Civili interroga le nostre coscienze sul disagio che caratterizza determinati aspetti della società contemporanea: dalle barriere dell'incomunicabilità e delle relazioni sociali al nichilismo alcolemico del sabato sera, dai traumi postumi delle guerre recenti e attuali alla spietata speculazione finanziaria nell'epoca postmoderna, passando per il triste primato delle sempre più giovani vittime della strada e dell'irresponsabilità.

Un teatro di impegno civile che ponga interrogativi di senso e renda presente la percezione dei rischi che stiamo correndo nella frenesia dei nostri giorni e nell'inevitabile confronto generazionale.

La rassegna si arricchisce di un laboratorio-spettacolo teatrale, curato da Erbamil, che affronti le molteplici possibilità, così come le annose mancanze, del vivere e dell'abitare la città contemporanea, là dove “civis” diviene progresso solidale, ecologia, sostenibilità ambientale, uso responsabile delle risorse, riqualificazione ragionata dell'abitare il tessuto urbano.

Il terzo titolo della rassegna al Teatro Sociale è andato in scena giovedì 17 gennaio: «Raccolti per strada», progetto e regia Pietro Arrigoni, con Francesca Poliani e Walter Tiraboschi, video Alan e Paolo Poloni, scenografie Marco Rossi, produzione Il Teatro Prova.

La rassegna prosegue come da calendario

Teatro Sociale
lunedì 28 gennaio 2013, ore 21.00
Guerra
di Lars Norén
traduzione Annuska Palme Sanavio
regia Marinella Anaclerio
scene Pino Pipoli – costumi Stefania Cempini – luci Pasquale Mari
con Bruno Armando, Antonella Attili, Pietro Faiella, Cristina Spina e Ornella Lorenzano
produzione Compagnia del Sole con il sostegno produttivo Mittefest 2011 e Comune di Bari

Dopo ogni tempesta torna il sereno, così dopo ogni guerra, la tanto desiderata pace: Norén in Guerra racconta la storia di una famiglia, sopravvissuta a una guerra civile, che cerca di capire da dove e come ricominciare. Così nel corso della storia si mettono allo scoperto le ferite di una famiglia di sopravvissuti. Nel ventennale dell'inizio della guerra in Bosnia, la Anaclerio esplora l'opera di Norén. La speranza negli occhi della figlia più piccola è la forza di questa famiglia, la sua determinazione nel guardare al futuro ci incoraggia a credere che forse è possibile andare oltre. Forse è possibile riprendere a vivere. Anche dal punto più basso, dalla caduta più rovinosa ci si può alzare. Si può dimenticare, si può tornare a vivere!
Norèn in Guerra ci parla della pace che segue la guerra. Tutto è per aria, tutto è già successo, nel senso che la guerra è finita. Almeno quella con le armi. La storia inizia in modo molto piano: una giornata qualsiasi di una famiglia sopravvissuta a una guerra civile (Bosnia? Kossovo? Cecenia?) che cerca di capire da dove e come ricominciare. Madre e due ragazzine, padre soldato che non dà notizie da due anni, azioni quotidiane. All'improvviso il padre non più atteso appare al cancello: ha perso la vista... Braccia al collo? Pianti di gioia? Niente di tutto questo... Lui chiede di suo fratello, lo dichiarano disperso, ma dopo poco appare e la donna gli fa cenno muto e disperato di andare ma quello rimane. Silenzioso e ostinato vaga intorno, e il perché si capirà poco a poco procedendo senz'appello in un viaggio ai confini dell'umano. Con la precisione di un entomologo, in Guerra Norén procede ad analizzare tutte le ferite aperte che queste persone portano come medaglie indelebili, facendole assurgere ad altezze tragiche, dove la cecità del reduce è forse il male minore. Danni collaterali, è la definizione laconica con cui si licenzia tutto ciò che resta e spesso non ha voce. Difficilmente interessa a qualcuno la pace che segue. Il carrozzone dei media è andato altrove. Eppure qualcosa di vitale è rimasto. Vitale e ostinata una luce brilla attraverso gli occhi e le parole della più piccola delle sorelle, che si erge sempre più definita nella sua determinazione al futuro, regalandoci un finale criptico eppure commovente e catartico.

Biglietti: intero € 10,00 – ridotto € 8,00


Teatro Sociale
giovedì 28 febbraio 2013, ore 21.00
Finanza killer. Non con i nostri soldi
di Ercole Ongaro e Fabrizio De Giovanni
regia Felice Cappa
allestimenti tecnici e scenografici Maria Chiara Di Marco – luci Eilel Ferreira
con Fabrizio De Giovanni
produzione Itineraria Teatro

Il fenomeno della finanziarizzazione ha separato l'economia dalla realtà produttiva: i più alti profitti non li realizza chi produce beni e servizi, ma chi viaggia sulle rotte virtuali della speculazione finanziaria. Il potere finanziario è il vero dominatore del mondo.
Una finanza senza legge detta legge, massacrando l'economia e la vita di miliardi di persone. Una finanza senza limiti detta limiti, imponendo agli Stati politiche di restrizione delle spese sociali e di privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici. Una finanza senza etica detta politiche, per poter dominare incontrastata: scialando in spese militari e conflitti armati, mercificando ogni bene, impadronendosi di materie prime e risorse strategiche, moltiplicando i paradisi fiscali, alimentando il sistema finanziario ombra, facendo sponda ai sistemi mafiosi e criminali. Una finanza killer!
Ma ci sono uomini e donne, comunità e popoli, che dicono «Non con i nostri soldi! Non in nostro nome!». Che resistono alla mercificazione, allo svuotamento delle relazioni, all'annullamento dei valori, alla deregolamentazione finalizzata al dominio. Che lavorano alla costruzione di un altro mondo possibile, di un'altra economia, di un'altra finanza: dove al centro stanno la natura e la persona, la preservazione delle risorse naturali e delle relazioni umane, i bisogni della società presente e delle generazioni future.
Uno spettacolo per aiutarci a conoscere, a riflettere, ad assumere le nostre responsabilità, a prendere decisioni coerenti con i nostri ideali: uno spettacolo per dire no alla finanza predatrice e per sostenere una finanza etica, rispettosa della vita della natura e delle persone.

Biglietti: intero € 10,00 – ridotto € 8,00

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