Addio a Lucia Rottigni Tamanza
Poetessa che amava la realtà

«Si usa dire che si portano sulle spalle quaranta, cinquanta o settanta primavere. Mai che si parli di inverni...». C'è l'entusiasmo della vita in uno scritto di Lucia Rottigni Tamanza, morta a Bergamo all'età di 86 anni. Figura importante della cultura cittadina.

«Si usa dire che si portano sulle spalle quaranta, cinquanta o settanta primavere. Mai che si parli di inverni...». C'è l'entusiasmo della vita in uno scritto di Lucia Rottigni Tamanza, morta a Bergamo all'età di 86 anni.

Figura importante della cultura cittadina, era orgogliosa dei valori della propria terra, ma altrettanto curiosa di incontrare il mondo e respirarne le essenze più nascoste. Lucia era nata a Gandino, trasferendosi in città dopo il matrimonio con Augusto Tamanza. Lavorava al suo fianco nella sartoria cittadina in vicolo Bancalegno.

«La mia esistenza - scriveva in una lettera del 1993 - per quanto sublimata dalla poesia, non è molto diversa da altre vite, ma in fondo mi ritengo una privilegiata perché l'amore mi ha sempre accompagnato». Un'amore che ha riversato sui figli Francesca, Mariarosa, Delia e Marco, sui nipoti e più in generale sulla gente di ogni tempo e luogo, grazie alla capacità, rara e soave, di entrare in sintonia profonda con ciascuno.

Collaboratrice de «La Nostra Domenica» e de L'Eco, era attiva su molte testate locali, dal «Giopì» all'annuario del Cai, dal notiziario dei Bergamaschi nel Mondo al mensile «Noter» della Confraternita dei bergamaschi di Roma. Impossibile contare i suoi contributi su riviste e pubblicazioni specializzate. Rimasta vedova a 47 anni e provata successivamente da una difficile malattia, Lucia Rottigni Tamanza alimentò la sua ricerca spirituale e culturale con molti viaggi, in Europa, Russia, Egitto, India, Nepal, Cappadocia e addirittura Cina, dove nel 2002 percorse da sola strade e villaggi di provincia.

La sua pur precisa catalogazione, rende comunque difficile ricordare le centinaia di riconoscimenti ricevuti ovunque in Italia, da Battipaglia (dove vinse nel 1990 il premio Silarus) a Levico Terme, al concorso nazionale, nel 1994. A Gandino non mancavano i suoi auguri poetici per le maggiori ricorrenze, pubblicati sul mensile «La Val Gandino» della parrocchia, che delle sue opere conserva un documentato archivio.

Un amore per le origini testimoniato anche da studiosa documentata, quando segnalò la storia di un suo antenato, Pietro Rottigni, cui Ugo Foscolo nel 1813 dedicò una composizione. «Lucia Rottigni Tamanza non vuole stupire - scriveva di lei nel 1991 Maria Bianchi dell'Ucai - non finge. Reale, vera, vissuta è la situazione da cui la sua poesia trae spunto, sincera è l'emozione , sincero è il sentimento». I funerali venerdì alle 15 nella chiesa di S. Alessandro in Colonna a Bergamo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA