Amanda Sandrelli al «Donizetti»
con «Oscar e la dama in rosa»

Per il ciclo «Altri percorsi» arriva al teatro Donizetti di Bergamo «Oscar e la dama in rosa», tratto dal libro di Eric-Emmanuel Schmitt, con la regia di Lorenzo Gioielli, musiche di Giacomo Scaramuzza liberamente tratte da «Lo Schiaccianoci» di Pëtr Il'ic Tchaikovskij. Calcherrano le scene Amanda Sandrelli con Giovanni Mareggini; flauto Cesare Chiacchiaretta, fisarmonica Giampaolo Bandini, chitarra Federico Marchesano, contrabbasso produzione Parmaconcerti.

«Ci sono storie - dice Amanda Sandrelli - che vogliono essere raccontate, che ti scelgono, come i gatti scelgono il loro padrone, ti salgono in collo e non se ne vanno più. Oscar e la dama in rosa non è solo un bellissimo libro di Schmitt, è una storia necessaria, di quelle che in alcuni momenti possono farti davvero bene. Per me e Lorenzo (Gioielli, il regista) è stato un viaggio, abbiamo riso e pianto chiusi in una stanzetta con la nostra Virginia (Franchi, l'aiuto) per dieci giorni e alla fine, nel meraviglioso Teatro Ariosto di Reggio Emilia, l'abbiamo raccontato per la prima volta, e abbiamo capito che avevamo ragione: era necessario farlo. Credo proprio che nessuno si scorderà di Oscar, il bambino irriducibile, e dei suoi 120 anni di vita concentrati in 12 giorni, del suo rapporto con nonna Rosa e con Dio. Oltre alla musica scritta da Giacomo Scaramuzza e ai quattro musicisti, ci sono io, un pigiama e una sedia. Perché questa storia non ha bisogno di altro».

«Se dici “morire” in un ospedale, nessuno sente. Puoi star sicuro che ci sarà un vuoto d'aria e che si parlerà d'altro». (Oscar)
«Dimentichiamo che la vita è fragile, friabile, effimera. Facciamo tutti finta di essere immortali». (La Dama in Rosa)

Da un piccolo capolavoro della letteratura esce Oscar e la dama in rosa, un monologo a più voci, fatto di parole e musica, lungo, denso, pieno di contenuti religiosi e filosofici. Eric-Emmanuel Schmitt si conferma autore di primissimo piano, trasformando la storia di un bambino malato di leucemia che, prima di morire, vuole capire il senso della sua esistenza, in un trattato di commozione profonda.

Amanda Sandrelli interpreta Oscar, il bambino malato di leucemia che, grazie all'amicizia con Nonna Rosa, una volontaria dell'ospedale in cui è ricoverato, vive in dodici giorni dodici anni della sua vita. Una favola, più malinconica che triste, e delicata, lucida, come solo i bambini sanno essere: delicati e lucidi. Oscar è consapevole che la sua è una vita “a termine”: gli adulti spesso non se ne rendono conto. Oscar sa che tutti gli mentono: ma li perdona, alla fine perdona anche i suoi stessi genitori. Oscar, però, vive ogni attimo della sua vita come fosse l'ultimo, come forse tutti dovremmo fare, con intensità, attenzione, amore, persino felicità.

Il risultato è un affresco popolato da tanti personaggi, un monologo a più voci. Amanda Sandrelli, con la sua voce e un pigiama, parla con Dio attraverso Oscar e racconta uno spaccato che appartiene a tutti: il confronto con la caducità dell'esistenza, con la malattia e con la morte. E lo fa, come Oscar, con partecipazione e distacco, trasportando il pubblico da momenti di riso ad altri di commozione. I musicisti, personaggi della favola, segnano il passo alle parole, spezzano la tensione, alzano il ritmo. E giocano, insieme a Oscar.

INFO
Biglietti in vendita da euro 14.30 a euro 18.70 alla biglietteria del Teatro Donizetti da lunedì a sabato dalle 13 alle 20 tel. 035.4160601/602/603.

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