Domenica riapre l’Alt di Alzano
300 capolavori e una visita speciale

Una location eccezionale e una mostra di grande livello per l’Alt di Alzano che riapre al pubblico, con grande fascino.

Da Duchamp a Pistoletto, da Man Ray a Mastrovito, da Cattelan a McCarthy, tra le architetture monumentali e di assoluta suggestione dell’ex opificio Italcementi: domenica 16 novembre, in occasione della festa di San Martino, lo Spazio Alt – Arte Lavoro Territorio di Alzano Lombardo (via Gerolamo Acerbis 14) apre al pubblico dalle 15 alle 19, con la possibilità di partecipare, dalle 17 alle 18, a una speciale visita alla straordinaria raccolta di arte contemporanea accompagnati da Tullio Leggeri, il collezionista che ha riunito queste opere in cinquant’anni di appassionante ricerca (tel. 334-9233010, ingresso gratuito, visita guidata 5 euro).

È l’architetto Leggeri che nel 2009 – dopo aver interamente recuperato i grandi spazi ottocenteschi dell’opificio, importante testimonianza di archeologia industriale – insieme ad Elena Matous Radici aveva deciso di condividere una parte cospicua della sua importante collezione di arte contemporanea dando vita a un museo-associazione culturale che non ha eguali nel nostro territorio e non solo, esponendo oltre 300 opere dei protagonisti del panorama contemporaneo internazionale. Ma dopo qualche anno di iniziative culturali ed espositive, le difficoltà incontrate dal museo, completamente autofinanziato, hanno portato alla chiusura al pubblico, con la possibilità di visita solo su prenotazione: «Nostra volontà è solo quella di continuare a condividere la nostra collezione – sottolinea Simona Leggeri – per permettere a chiunque di fruirne e di farla vivere. È quello che con tenacia, grazie al rinnovato interesse del Comune di Alzano che ci incoraggia, vorremmo continuare a fare dai prossimi mesi. Stiamo cercando di costruire nuove sinergie per esporre nuove opere e ampliare l’offerta culturale dell’Alt».

L’occasione di domenica, dunque, è significativa anche perché pone le basi per un rilancio tanto atteso: «Abbiamo cercato di distinguere le problematiche di natura tecnica che in passato avevano complicato le relazioni tra Alt e amministrazione comunale – spiega Simonetta Fiaccadori, assessore alla Cultura di Alzano Lombardo – concentrandoci sulla necessità di valorizzare questo importante polo culturale anche nell’ottica del museo diffuso che ad Alzano Lombardo comprende anche le antiche Cementerie, la Fabbrica Seriana Energia, il Museo delle Sacrestie fantoniane e Olera con il Polittico di Cima da Conegliano».

L’Alt è un «contenitore» davvero unico nel suo genere. Leggeri, infatti, esplora l’arte contemporanea con sguardo trasversale: da artisti già storicizzati come Balla e Duchamp si arriva al presente di Arienti e Mastrovito, passando per la provocatoria «Bear Sculpture» di McCarthy, le fotografie di Mapplethorpe, i lavori di Marina Abramovic.

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