Film e web serie per l’inclusione, continua l’Integrazione film festival

La rassegna Iff-Integrazione film festival prosegue venerdì 9 aprile: ogni sera una puntata di «Afropolitaine».

Ha ormai preso il largo la 15esima edizione di Iff - Integrazione film festival, il concorso cinematografico internazionale per cortometraggi e documentari dedicati a intercultura, identità, inclusione, promosso da Cooperativa Ruah e Lab 80 film, che ha preso il via mercoledì, dopo qualche inevitabile inghippo tecnico, con la presenza sul palco dell’auditorium di piazza della Libertà di due ospiti d’eccezione: la regista afro-francese Soraya Milla e sua madre Aline, coautrici della web-serie «Afropolitaine», presentata, una puntata ogni sera, dal Festival bergamasco diretto e condotto da Giancarlo Domenghini. Una serie, «Afropolitaine», che gioca con ironia e una certa verve sugli stereotipi, lo stile di vita, i comportamenti della comunità afro-francese in una sorta di sit-com che, esagerando un po’, sembra debitrice di uno sguardo che incrocia Woody Allen e Spike Lee.

Sta anche prendendo forma il percorso delle proiezioni dei film in concorso, che nelle prime due serate hanno già delineato i contorni e i confini entro i quali si muove il Festival: quelli, appunto dell’intercultura, dell’inclusione e dell’identità. Con una sorta di filo rosso che possiamo identificare nel corpo. È il corpo infatti spesso il veicolo del confronto tra sé e gli altri, il corpo inteso come colore della pelle, per esempio, ma anche l’arricciatura dei capelli (come in «Dolapo Is Fine» di Ethosheia Hylton), come era già emerso del resto nella scorsa edizione, con un film come «Vitiligo» proprio diretto da Soraya Milla, che ragionava su questi temi partendo dall’analisi dell’epidermide.

Perché il corpo? Ma perché è proprio il corpo quella sorta di «interfaccia» tra noi e gli altri: il bianco e il nero, per esempio, e la percezione che il colore della propria pelle crea immediatamente l’uno nell’altro. Ma il corpo anche come «porosità» culturale, come nel corto danese «Ind i varmen» di Morten Schmidt e Thomas Diepeveen, dove sono i corpi degli uomini nella sauna a «dialogare» o, ancora, il corpo del povero immigrato «aiutato» da un gruppo di volontari in «Les poux» di Marc Lahore. Non manca poi all’interno dei corti selezionati uno sguardo sull’universo adolescenziale o scolastico con lavori che affrontano i temi del bullismo come «Galactico» di Simone Costa e Angelo Callerame o, ancora una volta, il corpo: quello degli attori stavolta, come nello spagnolo «Razas. Primer Acto» di Alex Yoga o «Flamenco Ikigai» di Emanuela Massa. E poi il terrorismo con «Bataclan» di Emanuele Aldrovandi, il razzismo con «113/2018» di Davide Marchesi o «Gancio cielo» di Giulio Pietromarchi. Integrazione film festival prosegue anche questa sera (inizio ore 19.50), con la proiezione del documentario «Siamo qui da vent’anni» di Sandro Bozzolo, e poi del film «Kufid» di Elia Moutamid. Ospite della serata (visibile in streaming registrandosi sul sito www.iff-filmfestival.com), Amedeo Siragusa, del Premio Mutti di Bologna.

Sabato 10 aprile ci sarà invece la serata finale del 15° Iff - Integrazione Film Festival di Bergamo; alle ore 20,45, come ogni sera, una puntata della web-serie Afropolitaine di Soraya e Aline Milla, brillante racconto della comunità africana di Francia, che sarà seguita da un’intervista doppia a Soraya Milla e Fatou Sokhna, special guest dell’edizione 2021. A seguire presentazione del Premio fotografico «Ulisse Belometti». La serata si chiude con la proiezione e la premiazione dei film vincitori: Miglior Cortometraggio, Miglior Documentario, Premio del Pubblico per le due sezioni e Premio Basso Sebino. In programma il dialogo con i registi dei film vincitori. Al mattino di domenica 11 aprile, dalle 10 alle 13, workshop gratuito on line con Soraya e Alina Milla, registe afro-francesi, dal titolo “Blacking Out”.

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