Giuliacci: addio all’estate capricciosa
Confidiamo in autunno soleggiato

È passata ormai un’estate piuttosto turbolenta, ma l’autunno potrebbe riservarci giornate gradevoli. Lo dice il colonnello Mario Giuliacci.

L’esperto meteorologo - volto noto del piccolo schermo - afferma che non tutti sono stati scontenti dell’estate. «Una minoranza - dice - soprattutto gli anziani si è goduto il clima senz’altro fresco. Niente afa dunque anche se la pioggia è stata davvero fastidiosa».

E cosa ci aspetta per l’autunno. «Generalmente - aggiunge il colonnello Giuliacci - questa stagione ci può riservare anche giornate di bel tempo, quelle che a Roma chiamano ottobrate. E a metà autunno è possibile attendersi bel tempo soleggiato, come l’estate di San Martino». Giuliacci è giunto a Bergamo l’altro giorno dove insegna all’Istituto Aeronautico Locatelli assieme a Daniele Izzo.

Il colonnello è stato, tra l’altro, tra i fondatori del Centro Epson meteo dove ha voluto fortemente la presenza di Izzo, brillante studente che si è laureato in Fisica con una tesi in Meteorologia. «Mi piace lavorare con i ragazzi – racconta il colonnello Giuliacci – perché sono sempre pronti a recepire con entusiasmo quello che insegno. Ho già avuto in passato esperienze come insegnante di Matematica, Fisica e Meteorologia all’università e ho sempre cercato di trasmettere qualcosa di me stesso. Al tempo stesso anche i ragazzi mi hanno sempre dato molto, soprattutto affetto e stima».

Professore, ma soprattutto meteorologo, Giuliacci ha tanto da raccontare su quello che è il fenomeno «previsioni meteo» che spesso trova spazio nella cronaca, anche per le sue ricadute sulle prenotazioni di weekend e vacanze: «Con l’arrivo dei computer la meteorologia è diventata una vera e propria scienza. La gente ha quindi abbandonato lo scetticismo degli anni passati e, vista la grande precisione delle previsioni che sono attendibili all’80%, ha deciso che era meglio seguirle prima di intraprendere viaggi o vacanze. Certo è essenziale sapere che l’errore ci può essere e dunque essere consapevoli che la previsione è sì attendibile, ma non al 100%».

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