I campetti di basket diventano opere d’arte
«StreetArtBall Project»: cinque artisti al lavoro

Colore sulle superfici per riqualificare i playground della nostra provincia. La raccolta fondi per realizzare il progetto è ancora aperta. Clicca qui .

Basta un pallone per socializzare e divertirs, l’accesso è libero e aperto a tutti: è il campetto da basket. Negli Stati Uniti, dove è nato, si chiama playground ed è stato la prima vera palestra per la maggior parte dei campioni dell’Nba. In Italia il boom è stato negli anni ’90 quando un grande movimento di giovani li ha riempiti da nord a sud. A Bergamo i più famosi e frequentati erano quelli del Lazzaretto e dell parco di Sant’Agostino. Da oltre un decennio il testimone è passato indiscutibilmente al «Pilo» di Valtesse.

Paolo Baraldi, il Baro, artista ed ex giocatore ha ideato un progetto per riqualificare i campetti di Bergamo e provincia, si chiama «StreetArtBall project» (clicca qui per partecipare alla raccolta fondi). L’idea è quella di renderli vere e proprie opere d’arte, chiamando cinque artisti per cinque campi (Il Pilo a Bregamo, Gorle, Treviglio, Valtrighe e Casnigo). La realizzazione dell’opera sul playground di Casnigo sarà un modo anche di onorare e ricordare Emiliano Perani,ragazzo di 37 anni morto di Covid-19, grande appassionato di sport e di basket, che amava giocare con gli amici proprio su quel campetto.

Guarda il servizio della rubrica Tic Tac di Bergamo Tv in onda nel telegiornale il sabato alle 12.15-12.45-19.15 e 23.15 con le interviste a Paolo Baraldi e Alberto Savi della Pilo Agency.

Oltre a Paolo Baraldi che realizzerà la sua opera d’arte proprio al Pilo, gli altri quattro street-artist sono: Giulio Vesprini, Manu Invisible, Ale Senso e Fabio Petani.

«È un progetto che ho in mente da molti anni, dice Paolo Baraldi, come artista e soprattutto come ex giocatore è sempre stato uno dei miei sogni: realizzare un’opera d’arte sul campetto su cui ho sempre giocato. È anche un bel modo per riqualificare questi spazi e ridargli slancio dopo la pandemia che ci ha colpito così a fondo, un’iniezione di speranza».

«Abbiamo aderito subito alla proposta del Baro, ci dice Alberto Savi della Pilo Agency, siamo stati entusiasti di sposare questo progetto che ci permette di rendere ancora più bello il Pilo e altri quattro campetti della provincia. Non vediamo l’ora che si possa tornare a giocare e anche a organizzare il nostro tradizionale torneo “King of The Pilo”, ormai fermo da ben due anni. Il basket è uno sport di squadra, ma si può anche giocare da soli allenandosi a tirare a canestro, il campetto è un luogo sano di socializzazione e uno dei pochi spazi rimasti in cui si può giocare e divertirsi senza pagare nulla e ora potrà addirittura trasformarsi in un’opera d’arte a cielo aperto, siamo molto felici».

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