I Pokemon? Ci sono anche a «L’Eco»
Ma un appello dalla Siria: «Trovate noi»

Ce li siamo trovati in redazione, provando a scaricare la App, nella giornata in cui si gioca con i Pokémon tra Stezzano e Clusone. C’è però chi questa moda non la condivide e dà evidenza a un appello molto importante: quello dei bambini siriani che con un mostriciattolo in mano chiedono di essere trovati. Loro piuttosto che i Pokémon.

Se quindi nella giornata di venerdì 12 agosto i Pokémon saranno i protagonisti del pomeriggio de Le Due Torri di Stezzano e di due ore di giochi sotto l’Orologio di Clusone, non a tutti piace questa moda globale.

C’è chi ha accusato i personaggi del gioco (il loro nome è una contrazione di «pocket monsters») di essere in pratica piccole presenze demoniache virtuali («un concentrato di satanismo e esoterismo», «mascherano pratiche di occultismo»). Non sono piaciuti agli ebrei ortodossi, né ai musulmani: Abbas Shouman, assistente dell’iman di Al Azhar, la massima autorità sunnita in Egitto, ha detto che il gioco, al pari dell’alcol, «influenza la mente in modo negativo».

A parte queste posizioni estreme, esistono allarmi per il fatto che i Pokémon possono mettere i ragazzini in condizioni pericolose non previste. I minori «si ritrovano soli e senza difese, esposti alle mire di malintenzionati, con gli scopi più diversi, dalla rapina all’abuso sessuale. Nel mondo virtuale, purtroppo, le differenze di età sono annullate» ha fatto notare Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile.

Soprattutto, Pokémon Go sembra una grande evasione collettiva in un momento in cui il mondo avrebbe tutt’altro a cui pensare. In Siria alcuni bambini hanno realizzato dei disegni dei Pokémon per lanciare un monito al mondo: «Trovateci e venite a salvarci». Occupatevi, insomma, di geolocalizzare i tanti bambini in pericolo - anche in Europa ne sono scomparsi a decine di migliaia - piuttosto che i mostriciattoli virtuali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA