«Una doppia felicità, perchè è un grande regista e perchè è il primo italiano a riceverlo». Così il direttore della Fondazione Federico Fellini, Vittorio Boarini, ha commentato l’attribuzione del Premio Fellini 2007 a Ermanno Olmi, prima della cerimonia nella cineteca comunale di Rimini con Pupi Avati, presidente della stessa Fondazione.
Il critico Tullio Kezich ha sottolineato una delle principali rivelazioni del cosiddetto «Libro dei sogni» di Fellini, da poco pubblicato: i disegni del maestro, che così raccontava i suoi sogni allo psichiatra, dispiegano un ulteriore aspetto della personalità artistica del grande regista. Kezich ha ricordato che Fellini, nel sogno di quattro fratellini che salvano il mondo uccidendo un pesce siluro imbottito di esplosivo e pronto ad esplodere, aveva indicato proprio in Olmi colui che ne avrebbe potuto fare uno splendido film. E il regista di Centochiodi ha ammesso di averlo scoperto solo pochi mesi fa, nonostante la sua amicizia di lunga data con Fellini: «Federico non me lo ha mai detto, e quindi il suo non è stato un regalo di circostanza, ma uno stato d’animo e di pensiero che mi ha commosso. Vorrei mandargli un grande abbraccio».
Poi ha condiviso con i presenti le sue emozioni: «Venendo a Rimini ho avuto la sensazione come di una veglia funebre gioiosa, di sincera partecipazione. Lui aveva questa straordinaria capacità di sognare come atto vitale, e mi fa venire in mente quel tale che diceva che un grande artista è colui che riesce a tirare fuori da una soluzione un enigma. Ecco, Federico è un grande enigma. Anche in questo suo sogno dei bambini, che mi riguarda da vicino, mi sono reso conto che lui affida ai bambini la salvezza del mondo. E allora mi sono detto: per continuare a fare film devo recuperare l’ingenuità e l’innocenza di un bambino. Ma per farlo ho bisogno prima di un esame di coscienza».(11/11/2007)
© RIPRODUZIONE RISERVATA