Il vescovo Beschi ricorda in Curia
il predecessore Radini Tedeschi

La consegna al vescovo Francesco Beschi della copia anastatica della prima biografia scritta da Angelo Giuseppe Roncalli sulla figura episcopale del vescovo Radini Tedeschi, è avvenuta dalle mani del presidente della Fondazione Papa Giovanni XXIII, notaio Armando Santus, nella Curia diocesana di Bergamo dove sabato 14 maggio, si tiene il convegno «Un uomo di genio, un vescovo apostolico». Formazione e governo pastorale di G. M. Radini Tedeschi.

Tema di grande rilevanza, con squarci importanti sulla storia del cattolicesimo su una delle figure episcopali più insigni tra il XIX e il XX secolo decisiva per la maturazione del futuro Papa Giovanni XXIII.

La giornata di studio - aperta a tutti - è promossa dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Diocesi di Bergamo, a un secolo dalla pubblicazione della prima biografia di Giacomo Maria Radini Tedeschi, stesa due anni dopo la sua morte dal suo segretario, Angelo Giuseppe Roncalli e data alle stampe nell’agosto del 1916, mentre l’Europa gemeva sotto i terribili colpi della Prima guerra mondiale.

Don Roncalli, nella funzione di segretario, segue con entusiasmo i primi passi del nuovo vescovo di Bergamo. Monsignor Radini Tedeschi rimarrà nella vita di Roncalli un modello ideale di pastore, tanto che in un appunto personale del 21 agosto 1962 lo stesso Giovanni XXIII scriverà: «Questa data mi richiama agli ultimi giorni di mgr. Radini Tedeschi, il Vescovo venerato e dilettissimo della mia giovinezza. Con lui furono abbelliti i miei inizi di vita sacerdotale a Bergamo. Quante volte osservando questo prelato così distinto pensai al bene immenso che egli avrebbe potuto fare nella Chiesa, in orizzonti anche più vasti come Vescovo, come cardinale, anche come Papa! Oh! Signore mio: come sono misteriosi i vostri disegni!».

Il convegno offre anche l’occasione per aprire squarci importanti sulla storia del cattolicesimo in Italia, in particolare sul movimento sociale dei cattolici che a Bergamo ebbe uno dei suoi luoghi più significativi, con la presenza di personalità di grande caratura, come Nicolò Rezzara, la cui azione esercitò un influsso di primo piano in ambito nazionale. È impressionante la serie di iniziative pastorali che monsignor Radini Tedeschi accoglie, suscita, segue e sviluppa: dai pellegrinaggi a Lourdes e in Palestina, alle manifestazione per l’Anno Santo e le feste mariane; dall’organizzazione dei vari rami dell’azione cattolica alle visite pastorali, al sinodo diocesano; dalle cure per il Seminario e per i buoni studi, all’attenzione verso le congregazioni religiose.

E ancora: il suo zelo per l’educazione cristiana della gioventù, per il culto e la musica sacra, per la stampa cattolica, per le cause degli operai e degli emigranti. Di grandissimo rilievo è il suo riconoscimento dei movimenti femminili impegnati nella promozione sociale delle donne, alle cui organizzazione egli dà pieno sostegno. Tutto ciò trova chiara espressione negli incontri con le persone, nella predicazione e nelle lettere pastorali, «proprio pastorali - sottolinea don Roncalli -, e non fatte per non essere comprese e per curarsi di tutt’altro che non siano gli interessi della propria diocesi, lettere così chiare, così pratiche» (Lettera del 3 novembre 1905 a mons. Bugarini).

Dopo uno sguardo sul clima ecclesiale che ha segnato il passaggio da Leone XIII a Pio X, soprattutto dalla prospettiva dell’episcopato italiano (Roberto Morozzo della Rocca), gli interventi proposti nella giornata di studio - coordinata da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII - individuano le radici culturali romane di Radini Tedeschi (Philippe Chenaux), per poi declinare il suo impegno pastorale. Movimento sociale cattolico (Gianluigi della Valentina), questione scolastica (Fabio Pruneri), rinnovamento degli studi seminaristici (Alessandro A. Persico), direzione de La Vita Diocesana (Francesco Mores) e magistero itinerante, attraverso i pellegrinaggi a Lourdes e in Terra Santa (Alessandro Baitelli), snodano una ricerca che trova il suo baricentro nel significato di un’esperienza umana e sacerdotale.

La Fondazione Papa Giovanni XXIII è nata nel 2000 per volontà della Diocesi di Bergamo con l’intento di raccogliere, custodire, studiare e divulgare il prezioso patrimonio documentario di Angelo Giuseppe Roncalli, San Giovanni XXIII. Riversato dal suo segretario, Cardinale Loris Francesco Capovilla, tale patrimonio consta di oltre 10.000 carte tra fascicoli, foto e volumi.

L’attività della Fondazione Papa Giovanni XXIII - presidente è il notaio Armando Santus - comprende la promozione di studi, seminari, convegni, mostre e iniziative culturali (in collaborazione con diversi enti fra i quali le Università di Bergamo, Pavia e Pisa) per approfondire la conoscenza di Papa Roncalli.

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