In bici di notte per guardare Bergamo con altri occhi - Video

Gli attori di Luna e Gnac Teatro guidano gli spettatori in un viaggio tra i luoghi e tra le storie dimenticate di Bergamo.

Mentre il sole autunnale tiepidamente cala, la città rallenta e la luce del tramonto svela contorni inediti, piazzetta San Marco si anima. Una gruppo di ciclisti si radunano curiosi. Inizia così «Bergamo con altri occhi» , la biciclettata ideata da Luna e Gnac Teatro che porta un piccolo gruppo di spettatori su due ruote alla scoperta di luoghi e storie inedite della città .

Guarda il video del viaggio andato in onda nel tg di Bergamo Tv nella rubrica Tic Tac .

Federica Molteni e Michele Eynard in bicicletta, con un itinerario a tappe, raccontano attraverso le vite di personaggi e di artisti, le storie di alcuni luoghi della città. la voce narrante è quella di una donna, un’ostessa di Borgo Santa Caterina, Isola Dosalina Pozzi, un personaggio realmente esistito ma un po' romanzato. Isola con la sua verve innata racconta episodi della vita del maestro Gian Maria Gavazzeni, dello scultore Giacomo Manzù, della traduttrice Rina Sara Virgillito e dei coniugi Ravasio.

« Il nostro intento - dice Federica Molteni -, è quello dimostrare che la città anche di notte non è pericolosa soprattutto se la si vive insieme . Non è un visita guidata, è un’esperienza che facciamo insieme ai nostri pochi spettatori di cui abbiamo estrema cura . Ci muoviamo nel centro in strade per lo più protette e la bicicletta è un ottimo mezzo per gustarsi il viaggio, poco invasivo, silenzioso e soprattutto lento al punto giusto per vedere la città da un altro punto di vista ».

Dopo oltre due ore, quando è calata la notte, la città svela ai ciclisti il suo lato più nascosto e misterioso. Dalla bicicletta la prospettiva cambia, il passo è lento è consente di apprezzare i momenti e i particolari .

«La città non è tutta bella, soprattutto di notte, è una città che ha luci e ombre ancora più forti del giorno - continua Federica Molteni - e chi pedala si accorge che cosa significa chi vive ai margini e quindi questo nostro stare insieme è anche un modo per interrogarci su quale città vogliamo . La risposta è che ci vuole un grande cambiamento che deve partire non solo dal basso ma anche essere accompagnato una rivoluzione dall’alto . Ci siamo accorti nel scegliere i posti dello spettacolo, per esempio, che la città non è sempre accogliente che non ci sono piazze con panchine dove le persone possono fermarsi e parlare , spesso se uno esce di casa la sera deve farlo solo in un bar, cosa che apprezziamo e c che ci piace, ma vorremmo che le persone potessero stare insieme solo per il gusto dello stare e basta ed è quello che stiamo cercando di fare noi adesso ».

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