L’arte a Osio Sopra
Frères azzera le distanze

Un’opera di Ferrario Frères fino a domenica riunisce il monumento di Cristo Re al santuario della Madonna della Scopa, divisi dall’autostrada.

Ferrario Freres ha realizzato per il Centro Culturale del Cristo Re’ di Osio Sopra – che dall’8 al 13 dicembre propone nella sede del Centro Culturale di Corso Italia, una mostra collettiva di pittori di Osio Sopra - un progetto speciale dedicato alla statua del Cristo Re: Limes.

Un’operazione artistica che utilizza la fotografia e il video e che, idealmente, ricongiunge il Cristo Re alla Madonna del Santuario della Scopa di Osio Sopra, oggi inesorabilmente divisi dal tracciato dell’autostrada A4.

L’opera è strutturata in tre lavori e in tre sedi: due video (uno diverso dall’altro) che sono proiettati uno alle spalle della Statua del Cristo Re e uno all’interno del Santuario della Madonna della Scopa, e un’opera fotografica posizionata all’esterno del Centro Culturale. L’opera è visibile fino a domenica 13 dicembre, dalle ore 20 alle ore 22.30.

Limes attraverso i video ricongiunge idealmente il Cristo Re e la Madonna, divisi dal tracciato dell’autostrada. Nei filmati si racconta il paesaggio, la strada, e il loro reciproco avvicinamento attraverso anche le mani del Cristo che superano l’autostrada. L’opera fotografica raccoglie tutti questi elementi.

Limes è metafora del lento ritorno a casa. Il ritorno nei luoghi che ci sono stati cari, e fra i presenti e gli assenti che popolano le nostre memorie. Il lavoro è strutturato in due parti, fotografico e video.

L’opera fotografica, una stratificazione di immagini, riconduce al paradiso perduto da cui siamo separati da una strada che, nel corso del tempo, ha inghiottito la realtà accumulando polvere e rumore di automezzi che nel loro apparire e scomparire segnano il tempo attuale.

Il video narra di questo confine, il limite scavato da questa autostrada che ci blocca in un presente che non si risolve né in passato né in futuro e porta tutti noi, come il Cristo Re, a guardare con uno scoramento cristallizzato dall’ineluttabilità del nostro destino, l’inutile affannarsi degli Angeli che ci osservano timorosi, obbligati dietro barriere e asfalti all’inutilità di ogni loro azione.

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