Museo Bernareggi, una esposizione dedicata ai seguaci di Gaudenzio Ferrari

Al Museo Adriano Bernareggi è aperta la mostra «Fermo Stella e Sperindio Cagnoli seguaci di Gaudenzio Ferrari. Una bottega d’arte nel Cinquecento Padano», con il patrocinio della Provincia di Bergamo e il sostegno della Camera di Commercio. Si tratta di un percorso che dalla provincia bergamasca conduce alla bottega del grande maestro rinascimentale Gaudenzio Ferrari e ai Sacri Monti piemontesi.

Curata da Giovanni Romano, l’esposizione rispecchia la volontà del Museo Diocesano di proporre iniziative fondate su ricerche originali, indagando autori meno conosciuti ma di grande interesse nella storia dell’arte, e allo stesso tempo valorizzando le opere presenti sul territorio bergamasco. L’idea della mostra nasce da un’indagine condotta dal Museo su quattro tavole conservate nella Sacrestia della chiesa di Sant’Alessandro della Croce (raffiguranti San Pietro Martire, San Gerolamo, San Domenico e un Santo domenicano con giglio, forse San Vincenzo Ferrer), praticamente dimenticate e ignorate dagli studi, benché già agli inizi del ‘900 si fosse formulata un’attribuzione in favore di Gaudenzio Ferrari, figura di punta del Rinascimento in Valpadana, universalmente noto soprattutto per le opere di architettura, pittura e scultura realizzate per il Sacro Monte di Varallo.

Fulcro della mostra sarà proprio la ricomposizione parziale di questo polittico disperso, per il quale si ipotizza un’originaria provenienza dall’antica chiesa bergamasca dei Santi Stefano e Domenico, distrutta nel 1561. Una ricerca che ha portato anche al rinvenimento di un quinto elemento del polittico (che si suppone fosse composto da dieci elementi): un pannello con «San Tommaso d’Aquino tra i Santi Pietro e Paolo», conservato nella Pinacoteca Lechi di Montichiari. La vicinanza di queste opere, in particolare dello splendido San Gerolamo, alla lezione di Gaudenzio Ferrari, ha spinto l’indagine a seguire gli spostamenti di Fermo Stella, documentato, non a caso, accanto a Gaudenzio ad Arona nel 1510, mentre Ferrari vi era impegnato a dipingere l’ancona per la Collegiata di Santa Maria, e poi a Morbegno nel 1520, quando i due artisti collaborano nella doratura e policromia della grande ancona di Giovan Angelo Del Maino per il Santuario dell’Assunta. L’esposizione sarà aperta fino al 17 dicembre.(26/09/2006)

© RIPRODUZIONE RISERVATA